Michelangelo Buonarroti

 

Nasce il 7 marzo del 1475, e nasce a Caprese poiché il padre Ludovico è in quell'anno Podestà dei Castello di Chiusi e Caprese nella diocesi aretina. A proposito di questa nascita il Vasari, campanilista convinto, riporta nelle sue "Vite" la frase che Michelangelo gli avrebbe detto molti anni dopo:

"Giorgio, s'i ho nulla di buono nell'ingegno, egli è venuto dal nascere nella sottilità dell'aria del vostro paese d'Arezzo".

Allievo di Domenico Ghirlandaio a Firenze fin dal 1488, Michelangelo lavora poi per Lorenzo de Medici dal 1490 al 1492. Si sposta successivamente a Bologna a Venezia e di nuovo a Firenze per giungere nel 1496 a Roma dove due anni dopo il Cardinale di San Dionigi gli ordina il gruppo della Pietà ( Basilica di San Pietro),

Nel 1501 tornato a Firenze riceve la committenza per la scultura marmorea del David completata nel 1504. Dopo vari altri spostamenti è ancora a Firenze dove (sembra nel 1507) gli viene commissionato dalla famiglia Doni il suo primo dipinto su tavola, opera di grande impatto coloristico e compositivo che diverrà base fondamentale per lo sviluppo del primo Manierismo fiorentino.

Nel 1508 è a Roma dove inizia il lavoro per la volta della Cappella Sistina completato nel 1512. "Gli affreschi inseriti in una grande struttura architettonica dipinta raffigurano nella parte centrale della volta nove Storie della Genesi negli scomparti verticali Profeti e Sibille e nelle lunette al di sotto della volta gli Antenati di Cristo. Venti figure di ignudi in varie attitudini decorano gli angoli delle nove Storie della Genesi. Sono qui rappresentate le fasi essenziali deIl’ascesa spirituale dell'uomo viste attraverso una concezione drammatica del rapporto umano divino" (La Pittura in Italia - il Cinquecento -Tomo H Ed. Electa 1987 pag. 771). Spostatosi nuovamente fra varie peripezie dovute anche alle sue convinzioni repubblicane, fra Firenze Carrara Venezia Pisa, Arezzo e Roma continua a lavorare per grandi progetti come la tomba di Papa Giulio II mai compiuta, e opere quali le tombe Medicee alla Sagrestia della Chiesa di S. Lorenzo, e la Libreria Mediceo Laurenziana a Firenze. Torna definitivamente a Roma nel 1534 e nel 1535 viene eletto Pittore Scultore e Architetto del Palazzo Vaticano. Per incarico di Clemente VIII affresca nella parete dell'altare della CappeIla Sistina il Giudizio Universale iniziato nel 1536 e portato a termine nel 1541, nel quale rompendo con la tradizione iconografica che collocava Dio nel cielo tra i Beati, ed in basso gli eletti e i reprobi concepisce la composizione come una massa di figure rotanti intorno a Cristo, in un unica scena dove la figura potente del Cristo giudice domina sui destini dell'umanità. Subito dopo D Giudizio Universale inizia a dipingere nel 1542 i due affreschi per la Cappella Paolina la Conversione di San Paolo e la Crocefissione di San Pietro.

L'attività architettonica degli ultimi anni è intensissima. Progetta la ricostruzione della Chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini, disegna la cappella Sforza in S. Maria Maggiore, costruisce la Porta Pia, e da sistemazione prospettica alla Piazza del Campidoglio, si occupa inoltre di Palazzo Farnese e in ultimo della Cupola di S. Pietro che terne di non riuscire a finire. Michelangelo artista solitario e isolato che da solo affronta grandi imprese pittoriche, supera con la sua arte estetica figurativa del Primo Rinascimento e rompe gli ideali di equilibrio formale di armonia e spiritualità che avevano improntato la cultura artistica prima di lui. Con Michelangelo e con il pathos delle sue convinzioni esaltate dalla genialità artistica si crea una nuova forma figurativa. Egli concepisce l'arte come ispirazione interiore e la religiosità dell'artista, la sua morale, il dramma sono la sua ispirazione.

Dalla sua tensione spirituale e mentale con la forza del segno e del colore nell'opera pittorica e nell'abilità estrema con cui lavora la materia nella scultura, Michelangelo attraverso l'immagine creata rende compiuta la sintesi fra la propria spiritualità e il suo genio creativo. Tutto ciò è talmente sentito e profondo nell'animo dell'artista che egli non può dividere con altri l'estremo coinvolgimento dell'esecuzione. Ed è certo per questo che Michelangelo difficilmente si avvale di aiuti.

Stanco e malato muore a Roma nel 1564 dopo che già alcuni anni prima aveva scritto in una delle sue ultime lettere al Vasari che ormai di lui rimaneva soltanto 9a povera persona che altro non c'è che la memoria e il cervello sono "iti a spectarmi altrove".

di Massimiliano  Badiali