Vittorio Fossombroni

Gli aretini conoscono Fossombroni soprattutto per il monumento che i nostri avi hanno posto, a perenne memoria, in Piazza S. Francesco o per il palazzo di famiglia, ove nacque, in Piazza S. Domenico, un tempo anche questa dedicatagli. Di certo l'importanza di questo eclettico statista, ingegnere idraulico e filosofo è sfumata nel tempo, forse può apparirne sottovalutata l'opera che, nel corso dei quasi novanta anni della sua vita (1754-1844) testimonia di una fervente partecipazione allo sviluppo agricolo, economico e culturale della Toscana che usciva dalla decadenza dei Medici per trovare nei Lorena una dinastia certamente più illuminata ed attenta alle esigenze dei vari ceti. Come Mecenate e Tanucci, il Conte Vittorio Fossombroni è uno dei pochi statisti aretini che, nel passato, assurge al rango di primo consigliere del principe. Come primo Ministro del Granducato di Toscana, infatti, ha modo di impostare concrete azioni di sviluppo economico; coerente con il motto che si era dato ("il mondo va da se') persegue una politica che permise di fatto una situazione locale contrassegnata da un periodo di florido benessere, con città piene di stranieri, una censura rilassata, una benevola tolleranza verso le idee che circolavano con le merci e una diffusa prosperità basata sul commercio.

Laureato in ingegneria all'Università dì Pisa aveva avuto modo di mostrare le proprie capacità in un vasto complesso di opere di bonifica - la più significativa quella della Val di Chiana - grazie alla lungimiranza di Pietro Leopoldo che lo iniziò a queste responsabilità. Fu successivamente nominato Ministro degli Esteri da Ferdinando III, e lo stesso Napoleone Bonaparte, nel periodo dell'occupazione francese e dell'Impero, lo nominò anche senatore e Conte. Sono dì quel periodo gli studi per la bonifica dell'agro romano e delle paludi pontine. Alla restaurazione quindi, tanta era la sua notoria competenza, la consolidata esperienza alla amministrazione, che Ferdinando III, reinsediatosi, lo chiamò alla massima carica granducale. Gli anni successivi testimoniano di una costante e gelosa custodia delle prerogative autonomistiche del popolo toscano che distinguevano una realtà mai realmente assoggettata allo straniero. In questo stile di conduzione, attento a mantenere la prosperità ed il benessere economico e parimenti abile nel ribattere le intromissioni austriache, sta la sapienza dell'uomo di stato Fossombroni la cui memoria è legata ad un periodo significativo della Toscana, Quegli anni sono l'immediata vigilia dei fermenti patriottici che già si manifestano e l'intelligenza del concittadino ne comprende valore e significato, onorando anche in questo la città natale.