MECENATE

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Gaio Plinio Cilnio Mecenate, famoso e ricco cavaliere romano (69-8 a.C), di antichissima e nobile famiglia etrusca di Arezzo, fu uno dei più ascoltati ministri di Ottaviano e suo fido consigliere. Tra i principali autori dell’accordo di Taranto, quando Ottaviano divenne Augusto si ritirò alle humanae litterae, fondando un circolo di intellettuali da lui protetti e guidati.
Il suo circolo fu il più famoso dell’antichità, annoverando poeti come Virgilio, Orazio, Properzio, Marziale. Infatti scrisse (Epigrammi, VIII 55,5): "Si facciano avanti i Mecenati, o Flacco, e non mancheranno i Maroni". Virgilio gli dedicò le Georgiche I, 1: "Quel che allieti le messi, a quale stella/ voltare la terra, o Mecenate, e agli olmi / unire le viti, quale aver de’ buoi/ cura e qual modo in allevare armenti/ seguire, quanta dell’api frugali/ esperienza, qui a cantare io prenda.
Soprattutto è Orazio, il suo intimo e caro amico, ad avergli assicurato fama eterna : gli dedicò gli Epodi (I, 1-4): "Andrai su navi leggere, amico,/ fra alte torri di navi, / pronto ad affrontare col tuo rischio di Cesare"; e inoltre gli rivolse le Satire e i primi tre libri delle Odi : "Mecenate, nipote di antichi re,/ mio sostegno e amichevole onore(I, 1 1-2)". Giovenale, inoltre, in Le Satire, VII : "Ma non te la prendere col poeta/ che trae da vivere dal palcoscenico/ chi sarà il tuo Mecenate".
Dall’influenza della sua figura nascerà il Mecenatismo, fenomeno di protezione dei principi nei confronti delle arti e degli intellettuali.