Bernardo Tanucci

Il marchese Bernardo Tanucci, giurista toscano, era nato a Stia, in provincia di Arezzo, nel 1698.

Aveva ricoperto all'Università di Pisa una cattedra universitaria di giurisprudenza prima di trasferirsi a Napoli, al seguito di Carlo IIT di Barbone, diventando in breve tempo l'uomo di fiducia, il consigliere e infine il più fedele e illuminato ministro del suo re. Infatti nel 1752 fu nominato ministro della giustizia e nel '54 ministro degli esteri e della Casa reale.

Quando nel 1759 Carlo Il] ritornò in Spagna, essendo il legittimo crede del trono spagnolo, a Napoli lascio uno dei suoi figli, un bambino di otto anni che assunse il nome e il titolo di Ferdinando IV.

Re Carlo aveva nominato un Consiglio di Reggenza, che avrebbe governato fino alla maggiore età del piccolo Ferdinando, ma siccome tra i suoi ministri, il Tanucci era stato quello più fedele e senza dubbio l'unico veramente capace e attivo, fu soprattutto a lui che Carlo III, lasciando Napoli per la Spagna, affidò lo Stato e suo figlio, certo che in tal modo avrebbe potuto agevolmente vigilare su entrambi e continuare a imporre anche a Napoli la sua volontà.

Anche quando Ferdinando I`V ebbe raggiunto la maggiore età, chi realmente continuò a governare a Napoli fu il Tanucci, perchè Ferdínando IV, cresciuto nell'ignoranza più crassa, sapeva a malapena leggere e scrivere, parlava quasi soltanto il dialetto, e rifiutava di interessarsi a quanto era connesso al governo dello Stato,

Gli dava fastidio perfino apporre la sua firma e preferiva che il Tanucci usasse un sigillo a stampa con il suo nome da imprimere su ogni documento. In tal modo il ministro aveva la possibilità di prendere qualsiasi decisione senza neppure interpellare il sovrano.

Governando, il Tanucci tese soprattutto a rafforzare l'autorità sovrana eliminando alla radice molti privilegi della nobiltà e del clero; liberò il regno dal vassallaggio verso la Santa Sede e cacciò i gesuiti, che erano gli intransigenti assertori dell'autorità pontificia.

Cercò di riformare l'intero potere giudiziario, corrotto e legato da sempre agli interessi di classe.

Prese iniziative sia in campo economico che agricolo e fece ripetuti tentativi per attuare grossi lavori pubblici e per costituire alcune industrie manifatturiere, tentativi, specie questi ultimi, che fallirono miseramente l'uno dopo l'altro.

Il Tanucci infine si adoperò per tenere il regno di Napoli sotto la sudditanza di Carlo III e quindi della Spagna.

Quando Ferdinando IV sposò Maria Carolina, che dalla madre, la grande imperatrice Maria Teresa d'Austria aveva ricevuto il compito di attirare lo Stato napoletano nell’orbita dell'impero asburgico, il Tanucci sentì minacciata la sua potenza e messo in pericolo il legame con la Spagna.

Tanucci era arretrato e bisognoso di una profonda azione di rinnovamento, pretese di partecipare ai Consigli di Stato e di avere il diritto di voto in seno agli stessi.

Il Tanucci, che aveva sempre governato indisturbato, in un primo momento cercò di escludere la regina usando raggiri dì vario genere, ma quando si rese conto che Marla Carolina non intendeva cedere, le si oppose apertamente.

Questo fu il fatale errore che gli costò l'adorata sedia ministeriale, sulla quale sedeva da ben trentotto anni.

Infatti, senza perdere tempo, la regina lo licenziò. Bernardo Tanucci trascorse i suoi ultimi anni in una villa di sua proprietà situata nei pressi di Napoli, nella quale morì il 29 aprile 1783.