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BRANDELLI D’INCONSCIO
 
E seduto su queste assenze
Sento ancora
Se non già
La vita
Che dietro di me
Ha bruciato
Ogni pensiero.
 
Le nostalgie profumate
Di limoni
Mai raccolte.

 

FRAMMENTO DI MARE
 
Lacero e ramingo
Randagio come il vento..
 
Assoluto come un’idea..
Insoluto enigma
Incapace di genesi
 
Frammento di mare.

 

 

DI MARMO
 
Stridenti urla
Dentro
S’annullano
In marmoreo silenzio..
 
Ansie inespresse
Ed agonie nauseanti
Mute
Col silenzioso cuore
Fioriscono di ghiaccio.

 

 

XENIA
 
Vene spente
Dietro buchi
Sangue fluttuante,
Priva di vita,
Ossa senza corpo,
Anima dove sei?

 

 

BUIO
 
Truculenta gioia
E sussulti vibranti
Singulti
D’ansia…
 
Candido buio.

 

GRANELLO DI SABBIA
 
M’inghiotte
Nell’ombra
Come una pietra
Sul cielo.
 
E sento
L’immortale tormento
L’immobilità delle statue…
Sotto la maschera rossa
Gloria e vergogna.
 
Ho bussato
Di nuovo
Alla porta
Con la testa insanguinata
Contro il cielo cavo…
 
Veggente della tenebra bianca
E cieco
Fra derisione
E delirio
Disperso dal riso disperato
 
Nel vuoto per sempre essere sabbia.
 

 

X SETTEMBRE
 
Cadavere in penombra,
Lontano sole,
Nonna,
Giochi d’ombre.
 
Mani invisibili
Fra porte d’avorio.
 
Brilla la luce mobile delle candele.

 

ESAUSTAMENTE
 
Pensare
Ed un lungo silenzio:
Nausea,
Ma di forza dotato
Le del mondo passioni
Spartano allontano..
E mi ergo
Indifferente
E continuo
Il cammino,
Solitario,
Mendace,
Burattino…
E candido fuori…
Fiori
Di rimorso
Dentro
M’appropinquo
Al velo
Del vero
Scoperto…
E ora privo
Delle illusioni
Percorro
Brancolando
Alla ricerca
Di un varco
Esaustamente io.

 

CHIMERE RASATE
 
La nube è squarciata:
 
E chimere rasate
I miei sogni…
Teatri di ricordi e di speranze
Alveari d’incanti
Come larve
Divorano e vomitano…
 
Bolle di sapone
Al vento.

 

SECONDA VISTA
 
Sentire e percepire
Essenze romite..
Vedere sguardi
Profondi e sottintesi
Il silenzio e la complicità
Si dissolvono
Limpidi
Nell’intuire…
E cullarsi e dondolarsi
Nel capire,
Ma nel vivere
Tornare ad adagiarsi
Per mentire.

 

FIORE
 
E s’apre
Il mio cuore
Come un fiore
Sotto il cielo.
 
I sepali di lussuria
E i petali di sangue.

 

GIGLI
 
Lame di velluto
Sul ventre
E petali di calla nuziale
Spossati…
 
Il lenzuolo
E’ ancora aperto e sgualcito..
E ricordi di gigli
 
Appassiti
Dopo lunghe fatiche notturne…
 
Di stami di sogno
Il sapore.

 

ANDAVAMO
 
 
Insieme andavamo
Per i sentieri
Dell’infinito etere
A cogliere
Qualche grappolo
D’ambrosia
O qualche calice
Di speranza
Tra le grotte più buie
A ritrovare la luce
E con la mano nella mano
Sulle ali
Del nostro amore
Su per i Campi Elisi
E fiori e luci
E dolci profumi
D’assoluto
E i nostri corpi vergini…
Ancora
Insieme andavamo.

 

CENERE E CIANURO
 
Olmi senza voce,
Erba senza fiori,
Oasi di cristallo
Ed infrangibili ricordi
Di veleno
Intrisi d’angoscia.
 
Morire fra le nuvole violette
La nostra eternità
È il sole disperso
Nel mare..
E’ la cenere del ricordo
Ebbra e folle.
 
Volano le nuvole celesti
E le pietre risuonano..
Ulula lo spirito
Che corre sulla ruggine
Cerchiata di piombo..
 
Di rame è il cielo
Senza luce alcuna.
La luna bianca
Risplende nei boschi
Come sabbia.
 
Ma il salice nero
Piange nel vento
Silenzio
 
E’ la morte dell’ingenuo mio illudermi
E’ il cianuro delle mie sensazioni!
Dormite voi tutte
All’infinito
E’ il vuoto di un vortice
Senza te..
Silenzio.

 

IL TORMENTO
 
S’è spento
Anche l’ultimo fiammifero
Nella scatola
Delle illusioni
Col nostro passato
Svuotato
Come una piccola clessidra.

 

IFIGENIA
 
Non si rifiuta
Di dimenticare..
Non ricordare?
Rovine tutte nuove
Dopo la guerra..
 
Legna e carboni..
Tizzoni di ricordo..
Oasi lontane
Ed arsi pensieri
Non sono tuo,
Mia bionda Ifigenia
Non ricordare?
 
Non possiamo prendere
La mira!
Il fucile è otturato
Il grilletto arrugginito
Le cartucce bagnate..
Nulla da fare
Non sono tuo
Ifigenia.

 

BAMBOLA DI CERA
 
La furia del vento
Focalizza
Il mio impossibile…
Disfarsi a terra,
Valentina,
Senza un lamento.
 
Oscuro amore?
Misterioso silenzio,
Bambola di cera
Arcano principio.

 

MELANCHOLIA
 
Ti ho fatto fuggire
Per rimpiangerti
Per avere di te
In me ricordi.
 
Ho amato il desiderio
Di perderti
Per ricordarmi
Di te
Nei miei rimpianti.

 

LA NOTTE
 
Si spengono
Le morenti braci
Dell’inquieto cuore
Nel mio cantuccio buio.
 
Ore di noia…
 
Odori malinconici
Di ceneri profumate.
 
La luce brilla di lacrime.
 
Gli ultimi tuoi baci
Non passeranno.

 

ARANCIA VERDE
 
Voluttuose dita
Intrepide
Premature membra,
 
Nel vento sradicati
Crisantemi
E sogni..
 
Arancia verde.

 

VOLUTTA’
 
Voluttà di riflessi irreali
Nel letto…
 
Solitudini mistiche
Fra il caldo soffio
Del vizio...
 
E moribonde viole
Nella calma dei fiori fatati.

 

INNOCENZA
 
Giocavi beato nel prato
Ed io forte vidi
Il tuo viso
Sì dolce..
Ti vidi, bambino, ridere
Beatamente
E le bionde chiome
E gli occhi tuoi grandi
Che a guardarli
Perdevo l’idioma.
Rimembro..
Quando fui bambino…
 
Ed ora il cuore si dibatte
Evocando il passato
E si strugge
Di essere cresciuto…
 
Tra mari e monti
Cercare
Anima ingenua
Del vecchio Eden…..
Smarrirsi nel cammino…
Scoprire di essere
Fuori uomo,
Ma dentro
Sentirsi bambino.

 

MITRIDATE
 
"Accetta
-Diss’io a Mitridate-
Ricerca l’assoluto
La monade".
"Non sai –diss’egli-
Non esiste l’assoluto…
Ricorda!".
"Lo so- diss’io-
Ma cercare di sfidare
L’umana finitezza sensoriale,
Si deve, dobbiamo
Ascolta:
Ciò che voglio,
Posso e devo essere
Sono".
Ma rispose Mitridate:
"Non puoi la forma
Sociale sfidare".
Diss’io: "io ciò che per gli altri sono
Non sono…
Capisci..
Nient’altro che tutto
Tutt’altro che niente.
Per cogliere l’assoluto,
Mitridate guarda,
Nella natura fuggire
Si deve, dobbiamo!
Tra le sue forme perfette
Cogliamo schegge
D’assoluto..
Non dubitare..
In ogni forma di natura
C’è consolazione,
Ascolta
Si diviene
Sasso, albero
Sì che l’uomo diventi
Ciò che può
Per essere più assoluto…
Pensasti tu
Inesistente
L’assoluto
E giustamente,
Se non nella somma dei relativi
Lo si coglie, lo cogliamo…
Non rispondi Mitridate
Sei ammutolito..
Capisci
Per cogliere l’assoluto
Sono
Nient’altro che tutto
Tutt’altro che niente
Meglio non esser più
Che non esser mai".

 

DANNATI DAL TEMPIO
 
Avidi di spirito
Di vita assetati
Ebbri di morte…
 
Ricerca vana d’infinito.
 
Macerare le nostre carni
Per la pienezza dell’assoluto…
 
Dannati dal tempio
Mangiatori d’oppio e d’ostie
Noi anime affamate di spirito
Martoriate d’emotività
Deiette nell’esistenza.
 
Prigioniere del corpo
Le nostre anime.
 
Noi cannibali di masochismo
Figli di Dio
Benedetti o dannati.

 

RISVEGLI
 
Ho ballato
Tutta la notte
Danze proibite.
 
Ho ballato
Ridente d’eccessi
Un sacrificio disperato
Tutta la notte.
 
Al risveglio
Il sipario era calato
Lo spettacolo finito…
E ho rivisto
Lo spettro di me.
 
Raccolgo la mia salma
Pago masochista ed amorale.
 
Avevo ballato
La vita
Alla ricerca di amore
Per le tenebre.

 

FRATELLI
 
Fratelli,
Siamo così deboli….
 
Aliti di vento
Gettati nel mare,
Confusi…
...Petali azzurri
Che galleggiano
            Ebbri di vino…
 
Così fragili,
Fratelli.

 

SENTIERO
 
Pallide mani
E la ruggine
Davanti al cimitero…
Il buio
Su coppe di sangue
Sotterrate
E coperte di fiori
 
Schiocca la ghiaia
L’incenso
Per l’aria
Riempie
Di bianche preghiere
La notte
 
C’è un vago sentore
Di morte…
Sul crocifisso la polvere
E’ velata…
C’è il vento.

 

VERSO TE
 
Rugiada imbrattata
Di sangue
Stigmate,
O mio Cristo…
 
E l’arcobaleno
E il velluto
 
E di nuovo..
Terra e sangue
Carne ed acqua…
 
Dio.

 

IMMAGINI
La solita nebbia
Comprime
Le meningi
 
Tremori…
Sfumate visioni
S’insinuano
Repellenti.
 
Tutto è una fantasmagorica giostra
D’allucinazione…
Il pensiero evapora..
E uno sballottare
D’immagini
M’opprime
I sensi sbigottiti.