Carlo Castellani è nato
nell’ottobre del 1928 a Roma, da padre romano, validissimo
xilografo- e da madretoscana.
Ha trascorso un’infanzia serena, ha compiuto con regolarità ed in
maniera abbastanza onorevole il suo ciclo di studi. All’età di
dodici anni, Carlo Castellani ha sviluppato la prima grande passione
della sua vita: la fotografia. Nel 1940, quando si è recato a Fiume
col padre che era impegnato in un incontro militare, ha usato per la
prima volta una vecchia Retina, e ha provato un’emozione fortissima
ad immortalare il paesaggio carsico e marittimo friulano. La
serenità e gli studi sono interrotti nel 1943, quando la guerra lo
ha toccato da vicino. Dal luglio al settembre 1943, sfollò con la
famiglia all’Impruneta, dove conobbe il primo amore. Questo momento
è rievocato nelle poesie della raccolta Ricordanze di Toscana,
che presentano un mirabile connubio di poesie e fotografie, un
mélange artistico di parola e immagine, che tende a rievocare a
postumi, in quanto creato tra gli anni ‘50-’60, la memoria di un
passato idillico ormai scomparso. Insieme alla poesia nascono anche
racconti come Un pomeriggio d’Agosto all’Impruneta, Accadde a
Cortona, Accade una sera.
“L’esperienza della guerra
l’ho vissuta in pieno e ha sancito la fine dei miei sogni“ (Intervista
di Massimiliano Badiali a Carlo Castellani). Il padre venne arrestato
nell’aprile del 1944 dalle SS e fucilato nel giugno dello stesso
anno.
Fin dai primi giorni di collegio dai salesiani, dove si ritrovò alla
fine del 1944, ha cominciato ad avvertire la necessità di scrivere, di
tradurre in pensieri, in scritto le sensazioni, le aspirazioni, le
esperienze, i sogni. Come scrive Castellani stesso in
Miniautobiografia: “Ho così cominciato a scribacchiare poesie,
poesiole, con tanto di metrica e di rima, tra una lezione ed un compito
di greco o di latino. Amor di libertà e spirito sognatore mi portarono
fuori dal collegio e mi avviarono sui passi del lavoro e di una poesia
svincolata dagli schemi rigidi della rima e della metrica” (Miniautobiografia).
Negli anni che seguirono, insieme alla poesia, ha continuato a coltivare
la passione della fotografia . “In fotografia sono un dilettante
pretenzioso. Ho iniziato dopo il ‘45 a stampare le mie prime foto perché
non amavo la qualità della stampa altrui e per l’emozione che mi evocava
la camera oscura” (Intervista di Massimiliano Badiali).
Dal 1947 al 1994 è stato funzionario responsabile di un settore
dell’Economato del Ministero dell’Interno “La tragica morte di mio
padre, vittima della guerra e della barbara brutalità degli uomini, la
necessità di lavorare, i bisogni della vita,- come scrive lui stesso in
Miniautobiografia- sono stati la mia università, dove, dura
scuola, mi sono guadagnato a pieni voti, con gli anni, la “laurea” di
onesto, integerrimo cittadino, indefesso lavoratore”.
Nel 1978 è stato insignito del titolo di Cavaliere dell’ordine al merito
della Repubblica dal Presidente Leone. In questi anni ha vinto Premi di
Poesia prestigiosi, per i quali ha ricevuto attestazioni di plauso,
diplomi e premi, tra cui il “Gattopardo d’oro”,-“David di Michelangelo”
-XX edizione-. Nel giugno 1979 due poesie sono state trasmesse dalla
RAI, nella rubrica “Qui Radio Due”, lette da Giovanni Gigliozzi. Dal
1980 ha ricevuto la Targa d’argento “Occhio di bue”(Acireale 1980), la
Targa di Bronzo ”Salvator Rosa “, il 1° Premio “Il segnalibro d’oro”
-I° classificato 4^ Edizione-, ed altri. Molte sue poesie sono state
pubblicate su riviste letterarie (“La Fiera Letteraria” “Giornate
Italiane”) , periodici aziendali (“La Voce del Viminale") e qualche
notiziario Circoscrizionale.
Nel 1990 pubblica in modo autonomo una raccolta di versi, “Fuori dal
Tempo”, e il ricavato delle vendite viene devoluto per raccogliere
fondi destinati, durante il conflitto serbo-croato ad andare incontro
alle necessità di un Ospedale in Croazia (Isola di Hvar) che assisteva,
oltre la popolazione dell’isola, anche una folta colonia di profughi
bosniaci, al quale Carlo Castellani ha, a suo rischio e pericolo ed a
sue spese, reiteratamente portato medicinali, materiale sanitario e
filtri per emodialisi.
L’ iniziativa ha ricevuto una
lettera di plauso e di riconoscimento dal Presidente Oscar Luigi
Scalfaro
(11 novembre 1998). “E’ stato in tali circostanze- scrive Carlo
Castellani in Miniautobiografia- che ho avuto modo di incontrare una
coppia di giovani che, nonostante …… In una pausa di riposo, dopo un
faticoso viaggio per recapitare circa due quintali di medicinali e
materiale sanitario all’Ospedale di Hvar ero seduto nella caffetteria
della piazza per bere un caffè, al mio stesso tavolo una coppia di
giovani. Lei, Marija, molto giovane e molto graziosa, lui Sascha,
Frane, Stipe … non lo so …. Lui mutilato, senza mani, reduce da
Mostar. Bevevano, con due cannuccie, una bibita, dallo stesso
bicchiere tenuto dalle mani di lei ….. si guardavano felici negli occhi.
Il loro ricordo mi ha ispirato la poesia “Con gli occhi”.