HABERE ARTEM

di Massimiliano Badiali

Edizioni I Miei Colori

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J’ai lu avec beaucoup d’intérêt votre poésie dans laquelle j’ai retrouvé des thèmes methaphoriques qui me sont familiers: le processus inconscients de mon écriture labyrinthique à explorere les clairs-obscurs de la mémoire. Vous avez bataillé contre les tropisme de l’exercise de pure virtuosité. Dans votre livre il y a le drame de l’homme double, créature déchue et objet d’un perpétuel conflit entre le ciel et l’enfer. Le rythme de la phrase elle-même est fluide, émotionnel , intime et musical. (Jean Rouaud, lettera del 16 Aprile 1999).

Foto del 6 Settembre 1999.

 

Il messaggio che viene raccolto parla d’inquietudine, di un animo minato nelle fondamenta dalla sensibilità, che in vece di uno sbocco automatizzato della narrazione, predilige la verità, stagliandosi sullo sfondo livido di un paesaggio quasi onirico, dove rimane a mezz’aria, attendendo grazia o condanna, errando fino a che odio ed ingiustizia troveranno pace e ristoro nel calore di un corpo idealizzato. Mentre il secolo volge al termine, la fatica di continuare ad essere si protende fino a farsi respiro, straniando la latitudine in cui si perde, ebbro di esaltazione, il ritmo dell’esistenza

(Colloquio con Mario Luzi Premiazione CAPIT Viareggio 2000 impressioni registrate sulla poesia Novecento). 

 

Al grandissimo poeta amico e fratello Peter Russel.

 

POESIA INEDITA DI PETER RUSSEL

GLEE

For John Carey

When I hear the blackbird

Outside in the hedge-bank

I’m pleased with the world for once

I light my cigarette

And the acrid smoke whirls rank

Acerbic like ripe sloes

In November left on the tree

And the rich call (whatever it be)

Stays in my mind’s hearing

Another months, a season, …years

In a world that has become ugly

Music, gratis, a glee…

 

 

Peter Russel,

Pratomagno,

il 20 giugno 2000

 

Quando sento il merlo/ Fuori nella panca della siepe/ Sono lieto una volta tanto del mondo / Accendo la mia sigaretta/ E il fumo acre si propaga rancido/Acerbo come prugnoli maturi/Rimasti a novembre sull’albero/ E il fragrante richiamo (qualsiasi sia)/ Sta nell’udire della mia mente/ Per un mese ancora, per una stagione,.- anni/ In un mondo che è divenuto brutto -/ La musica, gratuita, allegria…(Traduzione di Massimiliano Badiali).

 

HABERE ARTEM

 

Lasciami ai suoni di sempre

A questa penna

Che più del pensiero veloce

Mi sfugge

E calca su fogli leggeri

Labili disegni e incompresi pensieri.

Lascio ad altri tavolozze,

pennelli e sfolgorii

d'effetti

e biacca.
Ho per me

tele sfibrate,

matite consunte
e gessi lisi.


Solo la sillaba

Bramo lieve

nel cono polveroso di luce

Che illumina la mano e il cuore.

 

ARS POETICA

Non c’è più fremito

In questi versi

Né qualche ipotesi d’incantamento.

Lascio scorrere

Note sul pentagramma del fato

Su soffi soluti di certezza

Ove s’increspa

aspro come una spirale

il punto

a conchiudere la frase.

Non resta che il fioco e il tremulo

lume della parola

dentro la sinagoga

del pensiero,

tra le unghie dei versi.

 

 

 

L A C H I M E R A

Cupo di languore

Mutilato

Nell’impero di decadenza

Del virile cuore

Figlio son tuo ,

Chimera ,

Malato

Di un’eco divina….

Non ho del lucumone timbro

Forse che il rantolo…

Non odo

D’ancestrale nostalgia

Sgomento

Che ruggire dentro

Un eroico ed indomito guerriero…..

Il petto , Chimera ,

Immergo

Nel rito della terra ,

Seme del tuo coraggio

Dall’impero di natura

Dona , o madre ,

Al tosco figlio novello ,

Un barbaro spirito austero

‘Che d’etrusco canto sia degno .

 

L’U L I V O

Né più piante

Ho nel mio deserto

Giardino….

Era…

L’abete il mare

Il pino il sole

L’arancio il cielo .

Tu in vita sei ,

Solingo ed austero ,

o Ulivo ,

Profumato di quiete ,

Eco di solitudini

Fra sinfonie di seta .

Limoni in fiore ?

Quanti porti , fratello !

Lembi di cielo

Defunti

Ed arsi allori

Nel sorriso delle acque….

In questi campi della nostra terra

Mi hai svelato

D’avorio le porte

A segreti di mistici richiami

In ombra ed in silenzio….

Tu di me

Fratello sei , o Ulivo ,

Frammento di dignità

Fra soffi di ginestra .

 

 

SPLEEN

Bello e dannato l’animo ,

Germoglio fluttuante

Di vaghezza arcana.

Bello e dannato il sogno ,

Fortezza del ricordo ,

Fuoco dell’evocativa

Ed allusiva

Lente deformante .

Bello e dannato

D’ali fragili

E crocifisso

L’io…

Fugace chimera

Di perpetuo

Errante

Nel porto del silenzio .

 

SECONDA VISTA 

Sentire e percepire

Essenze romite..

Vedere sguardi

Profondi e sottintesi

Il silenzio e la complicità

Si dissolvono

Limpidi

Nell’intuire…

E cullarsi e dondolarsi

Nel capire,

Ma nel vivere

Tornare ad adagiarsi

Per mentire.

 

GIGLI

Lame di velluto

Sul ventre

E petali di calla nuziale

Spossati…

Il lenzuolo

E’ ancora aperto e sgualcito..

E ricordi di gigli

Appassiti

Dopo lunghe fatiche notturne…

Di stami di sogno

Il sapore.

 

FIORE

E s’apre

Il mio cuore

Come un fiore

Sotto il cielo.

I sepali di lussuria

E i petali di sangue.

 

 

ANDAVAMO 

Insieme andavamo

Per i sentieri

Dell’infinito etere

A cogliere

Qualche grappolo

D’ambrosia

O qualche calice

Di speranza

Tra le grotte più buie

A ritrovare la luce

E con la mano nella mano

Sulle ali

Del nostro amore

Su per i Campi Elisi

E fiori e luci

E dolci profumi

D’assoluto

E i nostri corpi vergini…

Ancora

Insieme andavamo.

 

CENERE E CIANURO

Olmi senza voce,

Erba senza fiori,

Oasi di cristallo

Ed infrangibili ricordi

Di veleno

Intrisi d’angoscia.

Morire fra le nuvole violette

La nostra eternità

È il sole disperso

Nel mare..

E’ la cenere del ricordo

Ebbra e folle.

Volano le nuvole celesti

E le pietre risuonano..

Ulula lo spirito

Che corre sulla ruggine

Cerchiata di piombo..

Di rame è il cielo

Senza luce alcuna.

La luna bianca

Risplende nei boschi

Come sabbia.

Ma il salice nero

Piange nel vento

Silenzio

E’ la morte dell’ingenuo mio illudermi

E’ il cianuro delle mie sensazioni!

Dormite voi tutte

All’infinito

E’ il vuoto di un vortice

Senza te..

Silenzio.

 

IL TORMENTO

S’è spento

Anche l’ultimo fiammifero

Nella scatola

Delle illusioni

Col nostro passato

Svuotato

Come una piccola clessidra.

 

IFIGENIA

Non si rifiuta

Di dimenticare..

Non ricordare?

Rovine tutte nuove

Dopo la guerra..

Legna e carboni..

Tizzoni di ricordo..

Oasi lontane

Ed arsi pensieri

Non sono tuo,

Mia bionda Ifigenia

Non ricordare?

Non possiamo prendere

La mira!

Il fucile è otturato

Il grilletto arrugginito

Le cartucce bagnate..

Nulla da fare

Non sono tuo

Ifigenia.

 

BAMBOLA DI CERA

La furia del vento

Focalizza

Il mio impossibile…

Disfarsi a terra,

Valentina,

Senza un lamento.

Oscuro amore?

Misterioso silenzio,

Bambola di cera

Arcano principio.

 

LA NOTTE

Si spengono

Le morenti braci

Dell’inquieto cuore

Nel mio cantuccio buio.

Ore di noia…

Odori malinconici

Di ceneri profumate.

La luce brilla di lacrime.

Gli ultimi tuoi baci

Non passeranno.

 

 

ARANCIA VERDE

Voluttuose dita

Intrepide

Premature membra,

Nel vento sradicati

Crisantemi

E sogni..

Arancia verde.

 

VOLUTTA’

Voluttà di riflessi irreali

Nel letto…

Solitudini mistiche

Fra il caldo soffio

Del vizio

E moribonde viole

Nella calma dei fiori fatati. 

 

MELANCHOLIA

Ti ho fatto fuggire

Per rimpiangerti

Per avere di te

In me ricordi.

Ho amato il desiderio

Di perderti

Per ricordarmi

Di te

Nei miei rimpianti.

 

A M A N T I

Chiara è la tua pelle

Alla carezza della luna .

…Sotto le mie nude

Calde carni

Le tue mani….

…Nelle tue

Profondità setose

Tepore di dita…

Tra il vento

Umidi di rugiada

Son gli spasimi….

Ignari frutti

Di margherita

Spossati

Noi…..

Amanti eccitati

Come foglie spoglie .

 

FUEGO DE ALMA

Quando i respiri sfiorano

La pelle

E tutt’intorno tace,

Di brace è il tuo respiro…

Odi la mia bocca avvinta

E singhiozzi a rapirmi

In ebbrezza

La tacita promessa…

Sussurro di te rapace

E le mie dita serrate

S’aprono

Nella tua intima carne…

Ora che la notte splende

Come un miraggio….

E tutto giace.

 

ATTESA

E un'altra notte è scesa

tra le mie lenzuola

col suo affanno flebile

tra mali di seta.

 

Ti ho atteso,

anche quando le forze

erano fili d’acciaio ai polsi

tra i rami lesi

dei miei soliti autunni

e le ore

cellule in cerca di carezze proibite

colme d’elettricità

tra giochi di farfalle.

 

E R O S

La mia anima

Su una rotaia di sole

Si scioglie in parole di seta

E sospiri di sogno….

In alchemiche divinità….ti ho cercato…

Dietro treni di nebbia

Come naiade disegna onde d’acqua

In silenziosi acquarelli immortali…

 

Addormentato in un letto

Di foglie bianche,

Scopro

Angoli timidi

Invecchiati d’assenza

In riva dell’anima.

 

ADRIATICA 

E questo vorrei:
Consumare le nostre solitudini
In una sola fiamma.
Per avvolgerci
in un'unica pelle.

Respiriamo piano...
che le nodose estremità
continuano a cercarsi
nella penombra di spugna
Nell’incostante respiro

Del bosco a frusciare

E del calore dell’eco di gocce

A cadere

Sbocciati siamo

Sorrisi ai sensi

farò di te

un mosaico di baci.

 

BELLI E DANNATI

Abbiamo il vizio colto tra il vento,

prigionieri di un istinto sessuale,

nell’eccitamento veloce nel tempo,

ci siamo traditi,

sulla spiaggia che il mare risale.

Altri raggi bruciano al sole,

carni bianche scoperte al mattino,

è di desiderio il bisogno uguale

pure se il rimorso tutto mina.

Perduti angeli e paradisi,

i sogni nostri ormai cenere sono,

colorati di stanchezza i sorrisi.

Migreremo da rondini libere,

senza altri corpi o visi,

comete cadenti, lacere di vivere.

 

C U O R E

Amaro è il fragore

Di schegge

Roventi ed appuntite…

Di quel ghiaccio

Sei ferito , cuore…

Strozzato d’illusioni

Nel tuo abisso .

Oggi non sei

Che un vicolo di pietra

Fra le pieghe dell’anima .

 

DI MARMO

Stridenti urla

Dentro

S’annullano

In marmoreo silenzio..

Ansie inespresse

Ed agonie nauseanti

Mute

Col silenzioso cuore

Fioriscono di ghiaccio.

 

IMMAGINI

La solita nebbia

Comprime

Le meningi

Tremori…

Sfumate visioni

S’insinuano

Repellenti.

Tutto è una fantasmagorica giostra

D’allucinazione…

Il pensiero evapora..

E uno sballottare

D’immagini

M’opprime

I sensi sbigottiti.

 

 

PER COLPA O PER DESTINO

Per colpa o per destino

non so sulle trine del tempo

trovare anelli di sabbia

tra spicchi di mare

o gialle illusorie corolle.

Disperso granello di mistero

in scampoli di luce,

tengo gusci di sole

nel greto d’allegrie acerbe.

Per colpa o per destino

Di un male ignoto

come un guscio di polvere

in frantumi aspri,

tagliente m’annullo

ricurvo di vetro.


NOTTI SELVAGGE

E narcotizzo i sogni

nel letto dei frustrati

dentro superfici di giorni

amari e senza tempo,

ove ancora l’odore

conserva richiami infernali

di tentazioni di plastica

e lampi di paradisi artificiali.

Né più amo più i bagni di follia

Balsamo delle passate

Mie notti selvagge

In ebbrezza sensuali,

pagine di un vecchio

capitolo esistenziale.

 

O epifania di maturità

Favorevole agli addii

In diafana ascesa!

 

Annegherò nel vino

Tutta la gioventù,

Che il tempo si porta via,

sepolto in polvere d’archivio.

 

XENIA

Vene spente

Dietro buchi

Sangue fluttuante,

Priva di vita,

Ossa senza corpo,

Anima dove sei?

 

BUIO

Truculenta gioia

E sussulti vibranti

Singulti

D’ansia…

Candido buio.

 

CHIMERE RASATE

La nube è squarciata:

E chimere rasate

I miei sogni…

Teatri di ricordi e di speranze

Alveari d’incanti

Come larve

Divorano e vomitano…

Bolle di sapone

Al vento.

 

MIRAGGI

S'infrangono le ombre serali

Muto riverbero
Di sogni morenti

In vuoti di sostanza,

Dove distanti risuonano
Echi sommersi
Di spente armonie.

Il tempo sovente lascia

cercare vane logicità

in nozioni di misura:

il paradiso è un miraggio

tra il portico dei rimorsi

d’azzurro sfilacciati,

nel rullino dei giorni.

 

 

P I R A M I D E  D I  D I G N I T A’

Non è la carezza della rinuncia !

Forse nel pulviscolo

Di luna del cuore

Non ho cercato

Angoli di luce ?

Forse nel seme

Di fuoco dell’anima

Non ho incontrato

Sagome senza calore ?

Nell’oscuro reticolo del tempo

È…vertigine ed enigma !

Ho giocato col sole

Tra rami spogli

E tralci mutilati !

….Prigioniero delle acque

Ho sentito

Stille di pianto

Tra filari di croci

Nella corazza dei miei

Fievoli e flemmatici pensieri .

 

Non è il cristallo di quiete

Che non infiamma il timone

Delle braci del cuore….

E’ il ristagno del veleno

Che pietrifica le sciarpe

Di schiuma dei sogni….

E’ la forza delle mie viscere….

Lava di sangue,

Bianca radice di fuoco…….

Piramide di dignità .

 


GESSO

Nelle scatole vuote

Dei rimpianti
Si smagliano le ore

In lacci di rimorsi

come veli di favola
in sospese filigrane.

Si consumano gli istanti

in contrappunto di livore

sospesi in ghiaie di giudizi:

in tonalità conchiuse
le universali

agli occhi screpolati

in inutilità di gesso.

 

ESAUSTAMENTE

Pensare

Ed un lungo silenzio:

Nausea,

Ma di forza dotato

Le del mondo passioni

Spartano allontano..

E mi ergo

Indifferente

E continuo

Il cammino,

Solitario,

Mendace,

Burattino…

E candido fuori…

Fiori

Di rimorso

Dentro

M’appropinquo

Al velo

Del vero

Scoperto…

E ora privo

Delle illusioni

Percorro

Brancolando

Alla ricerca

Di un varco

Esaustamente io.

 

X SETTEMBRE

Cadavere in penombra,

Lontano sole,

Nonna,

Giochi d’ombre.

Mani invisibili

Fra porte d’avorio.

Brilla la luce mobile delle candele.

 

 

FRAMMENTO DI MARE  

Lacero e ramingo

Randagio come il vento..

Assoluto come un’idea..

Insoluto enigma

Incapace di genesi

Frammento di mare.

 

 

N A U F R A G O

Nato da un nume infelice ,

Solo ho passeggiato

Fra fremiti di stelle

Attraverso sentieri

Di cipressi e di frutti spinosi….

Fra trame d’incubi

Smarrito ,

Arso dal sole

Fra brandelli di sogno

Ho camminato

Ed embrioni di dolore….

Tanti passi ho percorso

Mendico

Fra gallerie di ricordi ,

Anelando all’infinito .

Silente l’incedere dei passi…

Fra odissee e tempeste

Scivolo

Per il buio

Tetro

Come un naufrago

Ubriaco d’ombra .

 

GRANELLO DI SABBIA

M’inghiotte

Nell’ombra

Come una pietra

Sul cielo.

E sento

L’immortale tormento

L’immobilità delle statue…

Sotto la maschera rossa

Gloria e vergogna.

Ho bussato

Di nuovo

Alla porta

Con la testa insanguinata

Contro il cielo cavo…

Veggente della tenebra bianca

E cieco

Fra derisione

E delirio

Disperso dal riso disperato

Nel vuoto per sempre essere sabbia.

 

ASSENZIO E MISTERO

Chi è quell’uomo

Che sulla pietra

Ha

Con le ginocchia piagate

Percorso

Meandri tenebrosi?

Corroso d’ignoto

Deambula

D’amorfo spettro

Come un’opaca lucerna

Al setaccio del tempo!

….Ombra fra ombre

Son’io

La nenia di un’anima!

…...Quell’uomo

Che respira l’assenzio

di frammenti aguzzi di mistero.

 

MITRIDATE

"Accetta

-Diss’io a Mitridate-

Ricerca l’assoluto

La monade".

"Non sai –diss’egli-

Non esiste l’assoluto…

Ricorda!".

"Lo so- diss’io-

Ma cercare di sfidare

L’umana finitezza sensoriale,

Si deve, dobbiamo

Ascolta:

Ciò che voglio,

Posso e devo essere

Sono".

Ma rispose Mitridate:

"Non puoi la forma

Sociale sfidare".

Diss’io: "io ciò che per gli altri sono

Non sono…

Capisci..

Nient’altro che tutto

Tutt’altro che niente.

Per cogliere l’assoluto,

Mitridate guarda,

Nella natura fuggire

Si deve, dobbiamo!

Tra le sue forme perfette

Cogliamo schegge

D’assoluto..

Non dubitare..

In ogni forma di natura

C’è consolazione,

Ascolta

Si diviene

Sasso, albero

Sì che l’uomo diventi

Ciò che può

Per essere più assoluto…

Pensasti tu

Inesistente

L’assoluto

E giustamente,

Se non nella somma dei relativi

Lo si coglie, lo cogliamo…

Non rispondi Mitridate

Sei ammutolito..

Capisci

Per cogliere l’assoluto

Sono

Nient’altro che tutto

Tutt’altro che niente

Meglio non esser più

Che non esser mai".

 

DANNATI DAL TEMPIO

Avidi di spirito

Di vita assetati

Ebbri di morte…

Ricerca vana d’infinito.

Macerare le nostre carni

Per la pienezza dell’assoluto…

Dannati dal tempio

Mangiatori d’oppio e d’ostie

Noi anime affamate di spirito

Martoriate d’emotività

Deiette nell’esistenza.

Prigioniere del corpo

Le nostre anime.

Noi cannibali di masochismo

Figli di Dio

Benedetti o dannati.

 

SENTIERO

Pallide mani

E la ruggine

Davanti al cimitero…

Il buio

Su coppe di sangue

Sotterrate

E coperte di fiori

Schiocca la ghiaia

L’incenso

Per l’aria

Riempie

Di bianche preghiere

La notte

C’è un vago sentore

Di morte…

Sul crocifisso la polvere

E’ velata…

Nomi, date e ovali

C’è il vento.

 

VERSO TE

Rugiada imbrattata

Di sangue

Stigmate,

O mio Cristo…

E l’arcobaleno

E il velluto

E di nuovo..

Terra e sangue

Carne ed acqua…

Dio.

 

FRATELLI

Fratelli,

Siamo così deboli….

Aliti di vento

Gettati nel mare,

Confusi…

Petali azzurri

Che galleggiano

Ebbri di vino…

Così fragili,

Fratelli.

 

SECRETUM

Vuoto di confine

Dal cosmo fora

Abissi a segni circolari.

 

La distanza divina

è il coinvolgimento

dove l'eterno non perde senso.

Dirsi la verità :

Nessuna santità nel vuoto!

L'essenziale

è puntualmente esposto

nello scheletrico della presenza.  

 

BRANDELLI D’INCONSCIO

E seduto su queste assenze

Sento ancora

Se non già

La vita

Che dietro di me

Ha bruciato

Ogni pensiero.

Le nostalgie profumate

Di limoni

Mai raccolte.

 

RISVEGLI

Ho ballato

Tutta la notte

Danze proibite.

Ho ballato

Ridente d’eccessi

Un sacrificio disperato

Tutta la notte.

Al risveglio

Il sipario era calato

Lo spettacolo finito…

E ho rivisto

Lo spettro di me.

Raccolgo la mia salma

Pago masochista ed amorale.

Avevo ballato

La vita

Alla ricerca di amore

Per le tenebre.

 

INCENDIO

Ho a lungo creduto di avere

Lacrime bianche sugli occhi.

Nero è il mio cielo

in una nube di fumo,

fra tetti sudati

Violato da fiamme altissime…

Bruciata la fede..

Si fonde il ferro, il vetro

E spesso anche il coraggio…

L’eterno ho vissuto

Mutare delle stagioni

In moti d’anima,

Nel cadere delle foglie.

 

 

OSSESSIONI

Lontano, combatto con qualche successo la mia resistenza,
proprio ora che, in beata sospensione,
sto per varcare quel che credevo orizzonte.

Il rumore cresce continuo ma l’udito è tenace.
Alla fine fors’ancora avrò vinto
voltando lo sguardo al mio intimo possesso.
Forse giunto al tramonto,
le cataratte del tempo mi daranno conforto.

Saprò allora riconoscere il vuoto

e la sconfitta

delle ossessioni …

gravato di molte elucubrazioni

immobile in colpevole lucidità,
il domani d’alibi assolvo.


L A C R I M E  D I  S A L E

Riverbero di vite

Sul davanzale della mia noia

Tra nostalgie

Deposte in trasparente attesa.

Stremati i pensieri

Squartano

Certezze verniciate

di malinconie rotonde di vuoto,

tripudio di consapevolezza,

tra ghirlande di silenzi.

Erano i miei ricordi

Al filo appesi

Con mollette strette,

Fra fili di cotone,

bagnati di sale.

 

M I M E S I S

Nella bocca del gregge

Fango ed aceto sputai…..

Ma non sono più morto .

Di una divinità vedova

Sento

Di lontana fiamma

L’aperta ribellione…

Intatto involucro

Detesto ,

Ma di panni mimetico-sociali

Vesto

Le vertigini esistenziali .

Del mio sangue

Non è restato che

Di nausea

Intime grida

E nell’umana commedia

Schivo o militante

Mi fingo !

…Dentro

Del dolore

Non ho macchiato

La purezza .

 

N O V E C E N T O

D’evanescenti bagliori

La luna ,

Labile cristallo

Di decadenza

Fra rugginose sbarre

D’arcaiche memorie

Placida e languida

Sparge

La malinconia .

Nient’altro che il cadavere del sole

Raccogli

Novecento .

 

SIPARI DI CARTAPESTA

Opachi all’orizzonte

Vestiti uguali, stessi colori

In confusa festa

Calano logori

I sipari di cartapesta

Con finto fragore

Sulle nostre colpevoli parvenze

Sulle vetrate della notte

Serpeggiano residui di

Confuse e graffiate memorie

Come frecce di sangue nel grano.

Lontano, più tardi

si spegneranno le luci

Nelle città palcoscenico,

Teatro dell’umano.

 

PICCOLO TESTAMENTO

Quando non ti riempie

Che maschera e canto,

Fiori di cartapesta….

Tra lune e soli di lamiera

Sfiorando

Nascoste sfere d’orbite

Stanche

Tra miraggi di serpi e

Echi di merli….

Ti affido qualcosa di me

O di già tuo….

Questa stimata alata

di scaglie di farina lunare

che sanguina pane di pace

nel cosmo estuario, di lacrime.

 

 

Massimiliano Badiali, dottore in Lingue e in Teologia, è nato ad Arezzo il 24/8/72, ove risiede in Via Trasimeno 91 Arezzo. E’ presidente dell’Associazione Culturale Capit MECENATE di Arezzo (Porta S. Giusto 1 Salone Indiano) http://utenti.tripod.it/mecenate Vicepresidente della ONLUS MACO’ http://members.xoom.it/onlusmaco/

 

In giuria di premi letterari in Toscana come il Fernando Pessoa presso il caffè storico letterario Giubbe Rosse di Firenze.

Ha tradotto Les Trés Riches Heures di Jean Rouaud e Lo Sterminio del popolo o il mio fegato non ha senso di Werner Schwab.

 

PUBBLICAZIONI DI POESIA

Brandelli d’Inconscio, che ha ricevuto il Premio Libro Edito "Viareggio-Carnevale", edito in la collana " La Mela" di Fabio Frangipani Editore Arezzo 1998 ,

Piramide di Dignità, pubblicata da Penna d’autore Torino 1999

Sipari di cartapesta, pubblicata da Oceano Edizioni Sanremo 2000.

 

POESIE APPARSE IN RIVISTE

Club degli Autori, n 93-94, 2000, pag. 23; Club degli Autori Luglio-Agosto ’98 n° 71-72 pag.34; Virgole Gennaio ’98 n° 59 pag.24 edizioni Grifone; Virgole Giugno ’98 n° 63 pag.12 edizioni Grifone; Orizzonti Giugno-Settembre ’98 n° 6 pag.69 Giuseppe Aletti Editore; La Nuova Tribuna Letteraria n° 1 trimestre ’98 pag.42; Dialogo Ottobre 1998, n°154, pag.28, Punto di Vista, numero 18/98, pag. 126, L’Alfiere 1° Gennaio 1999 pag. 20, Penna d’Autore, Aprile 1999, n°17, pagg. 27-28, Club degli Autori Luglio-Agosto ’99 n° 83-84 pag.38, Punto di Vista numero 20/99, pag. 72, Penna d’Autore, Primavera 2000, n°20, pagg. 35; La Nuova Tribuna Letteraria n° 58 trimestre 2000 pag.46, Malvagia, n° 52 Febbraio 2000 pag.20, Nuova Impronta, Ottobre 199, pag. 12;

 

PREMI

1° Premio Viareggio Carnevale 2000; 1° Premio al concorso Convivium, Festa della poesia dei Libri Libri Editoriale, ’98; 2° Premio Pro Loco 2000 di Padova; 2° posto al Premio Eugenio Mazzinghi di Campi Bisenzio ’98; 3° posto Premio La Golena ’98; 3° posto Premio La Montagnola ’98; 3° posto al concorso Giacomo Leopardi di Torino ’98; 4° posto Premio Club dei Poeti ’98; 5° Giro d’Italia in cornice 1998; 9° Posto Club dei poeti 2000; Menzione di merito al Premio Etruria Aldo Zelli ’98 , al Premio Curzio Malaparte di Prato, al Premio Evangelizzazione del 2000 ‘98 e al Premio "Il paese che non c’è" ’98, Città di Brugherio’98 e al Premio Poeti dell’Adda ‘98, Colle Armonioso di Firenze ’98, Menzione di merito al Premio Logos di Nicola Calabria Patti (Me), Menzione di merito al Premio Artepoesia Montepulciano, Segnalazione d’ Onore al Premio Nazionale di Poesia Giuseppe Villaroel di Palermo, Finalista all’incontro di Poesia 2000 a Borgomanero.

 

PUBBLICAZIONI DI PROSA

- Miraggi di Sole, raccolta di racconti (Le Nuvole, Nelle braccia di Eros, Piccolo Testamento, Miraggi, Sangue, Fenomenologia della passione) e favole (La Metamorfosi di Aretia, La leggendadi S. Simone., Le trombe di S. Michele) pubblicata da Oceano Edizioni Sanremo 2000.

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