CAPITOLO II : Des Hommes Illustres

 

 

 

 

 

Il ritorno a Random

 

Il titolo Des hommes illustres sembra rimandare alle eccelse biografie del periodo classico ed in particolar modo latino : si pensi al De Viris Illustribus di Svetonio, dove lo storico rappresentava figure di uomini di lettere illustri, o all’omonimo scritto di Girolamo, in cui il santo tracciava la storia della letteratura cristiana, con lo scopo apologetico di dimostrare che la Chiesa non mancava di rappresentanti insigni nel campo delle lettere.

Invece ritroviamo nel romanzo di Rouaud l’intatto piccolo mondo di famiglia evocato in Les Champs d’honneur, restituito di nuovo alla scrittura. Per l’ironia di una solennità all’antica, il titolo "Illustres" serve a designare personaggi che poi lo sono evidentemente solo per antifrasi: attori anonimi della storia, che avrebbero meritato il nome inciso sulla pietra.

Gli uomini illustri di Rouaud sono persone comuni di campagna : è l’umiltà che li rende grandi agli occhi del narratore.

Il romanzo ripropone il tema di fondo della storia vista e sofferta dalla parte degli sconosciuti eroi di sempre. La descrizione degli umili compaesani, in Des hommes illustres come in Les Champs d’honneur, riproduce, con pennellate reali, l’atmosfera di una generazione di altri tempi e  di un mondo passato: la vecchia Maryvonne, che utilizza le candele per risparmiare elettricità (D .H .I pag. 11-12) e la già conosciuta zia Marie, con il suo irrequieto affaccendarsi e affannarsi da Miss Marple mistica.

Questo ritorno a Random, « chez nous », presso i Rouaud, restituisce momenti e quadri preziosi d’intimità, scintille di piccoli e teneri ricordi familiari ; lo scrittore della memoria prosegue il romanzo della sua famiglia, centrato sul superstite di tanti morti : il padre Joseph.

Se Les Champs d’honneur descrive la generazione della Grande Guerra mondiale, Des hommes illustres evoca un’altra serie di morti dell’albero genealogico familiare. Anche questo secondo romanzo è generato dal dolore della sparizione paterna : se Les Champs d’honneur nascono da questo choc irrisolto, Des hommes illustres sono consacrati al ricordo infantile di un undicenne, che vede il padre con timore ed ammirazione, come un eroe leggendario.

 

 

 

2. La struttura o il disordine della memoria

 

Se la struttura de Les Champs d’honneur fa scivolare «    des grands blocs de temps les uns par rapport aux autres »1, quella di Des hommes illustres s’articola più visibilmente in due parti : la prima, fino alla pagina 114, che racconta la vita di Joseph, dal matrimonio alla morte il 26 dicembre 1963; la seconda, con un lungo salto indietro, in un gioco di corrispondenza molto sofisticata, rimanda al capitolo finale di Les Champs d’honneur2 e descrive la vita di Joseph, a partire dalla morte dei genitori Pierre e Aline (1940), per finire al 1943 a Nantes dove, disertore, sotto il falso nome di Joseph Périer, incontrerà Anne Burgaud, futura madre del narratore.

 

Des hommes illustres si sviluppa secondo una logica complessa di combinazione con Les Champs d’honneur, non rispettando la cronologia, ma procedendo per analogia e risonanza : la visione del passato nel romanzo non è data come un blocco univoco, ma come un conglomerato. Il racconto non si svolge in un piano lineare, ma sembra seguire le regole della composizione musicale: temi e leitmotiv annunciati in esordio sono abbandonati e poi ripresi fino al loro sviluppo.

Quando Jean Rouaud cerca di restaurare l’ordine del passato, lo fa "non pas à plat, mais avec un sens aigu de la profondeur, de ces forces qui travaillent en souterrain, sous une surface d’apparence lisse et indestructible"3.

La cronologia della diegesi procede in zigzag, che seguono leggi di associazione e di corrispondenza : il racconto che vaga e ripassa sugli stessi luoghi, riprendendo le fila abbandonate, pur lasciando vuoti scritturali, a testimonianza delle amnesie del narratore, presenta una mirabile tessitura.

La seconda parte di Des hommes illustres completa i salti mnesici di Les Champs d’honneur, riunendo le fila narrative dei due romanzi, così da crearne un unicum. Le visite, raccontate in questa seconda opera, che Joseph fa a casa Burgaud, costituiscono l’antefatto alla descrizione della vecchiaia dei nonni in Les Champs d’honneur : il narratore ci ripropone i due nonni materni, che ci introducono , per la prima volta, nella loro famiglia e ci presentano le loro figlie : Marthe, Lucie ed infine anche Anne, la futura madre del narratore.

 

3. La voce narrante

 

La morte di Joseph, in questo secondo libro, assurge a soggetto centrale del romanzo. Fedele al suo universo, come alla memoria dei suoi cari, Rouaud ci propone con le stesse qualità di stile e di emozione, la seconda parte di un dittico, che nasce dalla sua memoria d’infanzia. Des hommes illustres ha le identiche qualità di penna e di cuore di Les Champs d’honneur : il narratore, guardiano della memoria familiare, prolunga la vita degli esseri a lui cari, scomparsi così prematuramente.

Colui che testimonia e descrive si propone come scopo di raccontare la storia del calvario della morte immatura di un padre di famiglia.

Il narratore vive un difficile rapporto con il padre : Joseph appare, agli occhi del figlio undicenne, un esempio e un modello di vita. In ogni luogo il padre è considerato un uomo « illustre » :

 

Partout dans son [de Joseph] sillage nous étions accueillis comme l’empereur, sa femme et les petits princes (D.H.I. pag. 68). 

 

Il narratore sente tanta ammirazione verso il coraggio del padre , il difficile confronto e l’ardua eredità di essere alla sua altezza : la stima e la venerazione fanno provare al figlio soggezione nei suoi riguardi.

 

Tout ce qui concourait à faire de lui un homme illustre – sa force de caractère, sa bonne humeur, son sens de la parole – nous renvoyait à notre difficulté a croître dans son ombre (D.H.I. pag. 68).

 

La scrittura di Des hommes illustres continua a trincerarsi dietro l’impersonalità : il narratore utilizza la prima persona plurale senza mai scrivere « je »:

 

Le narrateur est, de toute évidence, le petit-fils de ces hommes illustres, il dit papa, maman, mais n’écrit jamais je ni moi 4.

 

La voce narrante conserva un pudore che diluisce l’affetto nell’anonimato di un noi, che a volte si restringe all’ambito della famiglia e, a volte, si dilata all’intera collettività dei superstiti.

 

 

4. Un uomo illustre : il padre

 

Il padre, agli occhi del figlio, appare un eroe : Joseph è un rappresentante di commercio al volante di una Dyna e poi di una 403, gravato dalle sue valigie di merci, sempre in viaggio, in una dimensione solitaria, vaga e pensierosa.

Nella considerazione della gente del borgo rurale non è solo un uomo saggio e generoso, ma un punto di riferimento e un capo carismatico.

Questa unione e cooperazione dei paesani nei problemi che coinvolgono la comunità, si evidenziano nell’incidente avvenuto nel negozio di famiglia : una lampada s’incendia  riempiendolo di fuliggine così da creare una « vision post-atomique »(D.H.I. pag. 15). Sotto la direzione di Joseph i compaesani aiutano i Rouaud a ripulire il negozio : e questo soprattutto perché riconoscono che Joseph « dans les adversités » ha « une efficacité supérieure »(D.H.I. pag. 16). La sua eccezionalità lo fa stimare da tutti a Random : quando, per esempio, in paese si vuol cacciare il dottore Maunier, basta una sua parola per persuadere i compaesani del contrario.

Joseph vive un’inquieta ricerca dell’ignoto e dell’occulto : una tensione al mistero di dimensioni sommerse e sconosciute, che sono sintomo della sua incapacità di vivere il reale. Tutta l’esistenza di questo uomo illustre è, infatti, una sorta di rêverie : la sua mente produce immagini eidetiche, dal momento che proietta la sua visione sul mondo esterno, indipendentemente dalla presenza reale di ciò a cui si riferisce. L’uomo, per questa grande capacità eidetica, si dedica a moltissime attività. La scrittura del romanzo, che si presenta frammentata, sembra improntata sulla figura del protagonista. Ogni singolo interesse di Joseph è restituito nell’ottica del pensiero, attraverso il filo associativo delle sue idee e dei suoi progetti. Des hommes illustres assomiglia ad un mosaico di descrizioni, apparentemente indipendenti, ma che in realtà sono collegate dalle passioni e dalle azioni di Joseph.

La sua immaginazione ha la capacità di combinare e fondere percezioni diverse in un’unità che il pensiero organizza e struttura : l’estro del padre regola la produzione artistica, che non è mai disgiunta dall’astrazione e dalla concettualità. L’uomo è presentato come un artista potenziale, dai talenti ed interessi molteplici, uomo comune, ma al contempo illustre per l’eccezionalità della sua creatività. La bizzarra artisticità di Joseph è un’inconscia fuga in un mondo individuale, protetto dall’esterno , una reazione di natura psicotica, come lascia intuire anche la ripetizione dell’espressione : « Joseph, tu es fou »5. I suoi voli pindarici costituiscono un distacco evasivo dalla sofferenza che Joseph ha subito, come la perdita di entrambi i genitori da giovanissimo, nonché lo strazio del dolore parentale6.

Joseph, privo di qualsiasi costrizione od impedimento, dotato di estro e d’inventiva è rievocato in un tenebroso profilo romantico : la sua vita oscilla tra dolore e passionalità e fra disillusione e idealismo. Appare un eroe romantico nella tensione fra ideale e reale , che fugge nel tempo e nello spazio come l’Harold di Byron :

 

Cette vie qu’en semaine il menait loin de nous, nous n’avions pour la recomposer que les noms dont il émaillait ses récits : noms de personnes, de lieux, d’hôtels, qui, faute de repères, prenaient à nos yeux une dimension mythique. Il régnait sur une géographie fabuleuse : Pont-Aven, Vannes, Quimper (..). Le moindre bourg avait dans sa bouche une charge exotique. En voyage, l’illusion demeurait. Comme si par sa présence il avait le pouvoir de grandir toute chose (D.H.I. pag. 68).

 

Il figlio continuamente si sforza di comprendere la sua personalità e di ricomporre i nomi di quei misteriosi e lontani luoghi, persone e alberghi7, frequentati dal padre. La vita di Joseph è, perciò, raminga e indipendente : una « vie de nomade » (D.H.I. pag. 69). 

 

Egli è un uomo bizzarro, abile in tutto: un po’ strambo per il lettore, data questa sua particolare passionalità, che si concretizza in progetti, come quello di creare Villa adriana nel suo giardino.

 

L’idée [de Joseph] était herculéenne. Comme il nous l’expliquait, il sciait ces tiges, maquillait les poteaux en colonnes et posait au sommet de l’une d’elles le chapiteau qui depuis cinq ou six siècles attendait dans la terre bretonne de reprendre de la hauteur. Au centre, entre les quatre colonnes, il creusait un bassin de faible profondeur qu’il tapissait de mosaïques ou de morceaux de vaisselle brisée ( D.H.I. pag. 77).  

 

Solo nella sua attività di rappresentante, il padre usa razionalità. Il lavoro è parte integrante della sua vita ; nella gestione logistica settimanale e nell’organizzazione dell’itinerario da seguire per servire i clienti e fornirsi di merci, Joseph è veramente ineccepibile :

 

Il composait ses trajets futurs, reliant les pointes colorées par des fils de coton qui traçaient, selon le principe euclidien du chemin le plus court, une route géométrique idéale, un parcours zigzaguant à vol d’oiseau, figurant, avec des allures de diagramme ou de feuille de température, son programme étalé sur un mois   (D.H.I. pag. 29).

 

La psicologia del commercio che il padre adotta da astuto e abile rappresentante, è analizzata con estremo realismo, nella ripetitività dei gesti :

 

 Maintenant, empilez dans une valise cubique adaptée une cinquantaine d’assiettes aux motifs différents, soulevez, traversez la rue, poussez la porte du magasin, déposez, dénouez la sangle de cuir qui ceinture l’ensemble et prévient tout rique d’effrondement, déballez, exposez, faites l’article, subissez les mimiques du marchand qui de très loin prépare ainsi son refus et ne tient pas à ce qu’un émerveillement de sa part amène un malentendu. Remballez sans soupirer (D.H.I. pagg. 37-38).

 

La seconda parte di Des hommes illustres narra la giovinezza di Joseph : gli interessi, gli amori e le passioni.

Amando il teatro8, Joseph anima una troupe, aiutato dalla zia Marie, che da cristiana tuttofare risente le parti agli attori, suggerendo loro le battute al momento giusto. Poi si innamora dell’attrice Emilienne, che dovrà abbandonare nel 1943, al suo ventunesimo anno di età, quando sarà convocato per il servizio di lavoro obbligatorio in Germania. Ma, durante la deportazione, alla stazione di Nantes, mentre il treno sta per partire, « il se laissa glisser avec la valise entre deux wagons… » (D.H.I. pag. 134) : diserta. Con sangue freddo, attende l’arrivo di un altro treno, per confondersi fra la folla. Joseph, così, fugge e « il s’autorise sa première grande respiration d’homme libre »(D.H.I. pag. 140). Il coraggio di Joseph consiste nel rifiutare la macchina bellica : l’eroe di Rouaud, è un disertore, eroe della resistenza alla violenza nazi-tedesca. Dopo la fuga, si rifugia in più luoghi : prima a Nantes a casa dell’amico Michel Christophe, aiutandolo nella sua falegnameria, sotto il falso nome di Joseph Vauclair ; in seguito a Riancé viene accolto da Alphonse Burgaud, poiché Marthe (sorella di Anne, madre del narratore) conosce bene la zia Marie. Alphonse, poi, lo nasconde nel castello del conte de la Brègne, dove Joseph fa il guardiano di animali. Ritorna poi a Nantes a casa dei Christophe, dove si trova, il 16 Settembre 1943, quando avvengono i bombardamenti americani. La storia individuale si incrocia , nei romanzi di Rouaud, con la Storia e mostra le ripercussioni dei grandi eventi collettivi nelle vicende di una famiglia umile : tramite Joseph il romanziere evoca la Seconda Guerra mondiale, come in Les Champs d’honneur , attraverso Marie, la Grande Guerra.

La scrittura di Des hommes illustres non è altro che l’estrinsecazione di un amore filiale profondo : il narratore non vuole né può permettere che il padre rimanga o venga dimenticato; la sua scrittura eterna questa figura e, stappandola per sempre all’oblìo,  la innalza al rango di uomo illustre.

Alla morte che rumina e ingloba tutta l’esistenza, Rouaud oppone la forza del ricordo e del monumento letterario, che darà al padre l’immortalità.

 

5. Il centro perduto : la morte del padre

 

La morte di Joseph, situata nella parte centrale di Des hommes illustres, non solo marca il confine fra le due differenti cronologie della vita di Joseph (quella dell’uomo maturo e del padre tra gli anni ’50 e ’60, narrata nella prima parte, e quella della sua giovinezza negli anni ‘30-’40, descritta nella seconda), ma è, come abbiamo visto (Cfr. Cap. II pag. 10), il fulcro e il leitmotiv di tutta la diegesi pentalogica.

Nell’incipit del romanzo il soffio del vento, a cui è esposto il padre, è segno o simbolo di un moto implacabile e perituro sul quale l’uomo non ha la minima influenza : il destino; il vento possiede il ritmo della sabbia nella clessidra :

En milieu d’après-midi il [Joseph] avait grimpé sur le toit en tôle de la remise, sous laquelle sèche le linge, pour tailler les branches du prunier qu’une tempête d’hiver avait emmêlées aux fils téléphoniques. C’était prudent. Un prochain coup de vent risquait de tout arracher, nous coupant provisoirement du monde extérieur (D.H.I. pag. 9).

 

Il tema del vento, ripreso nella parte centrale del romanzo, è anticipazione e presagio della morte del padre :

 

Une échelle est appuyée sur le bord du toit sous laquelle sèche le linge. Grimpé sur les plaques de tôle ondulée, veillant à poser les pieds à l'emplacement des chevrons afin de ne pas passer au travers, votre père élague les branches du prunier voisin prises dans les fils téléphoniques. Le vent agite la couronne dénudée de l'arbre. Celui qui veille au grain dégage un espace libre annonce risquerait autour des fils que la tempéte qui s'annonce risquerait plus facilement d'arracher. Quand il redescend du toit, s'accrochant avec une prudence excessive à l'échelle, il dit ne pas se sentir bien (D.H.I. pag. 102).

 

Il giorno stesso della sua morte, il 26 dicembre 1963, Joseph dopo aver potato i rami del prugno, davanti casa, si sente molto debole e dapprima si isola in cucina, cercando di combattere il dolore, ascoltando musica, poi si ritira in camera da letto, da dove non scende neppure per cenare. La condizione fisica del padre è precaria : prova dolore in tutto il corpo e molta stanchezza. Sarà il figlio ad andare a dare il bacio della buona notte al padre, che, come ultime parole, gli proferisce gli auguri per il suo onomastico :

 

Comme le lendemain 27 décembre est la Saint-Jean l’Evangéliste, il n’oublie pas en vous embrassant de vous souhaiter votre fête. Il vous fait un peu peur, cet homme, bien qu’il n’ait jamais porté la main sur vous, mais son autorité en impose et vous cloue souvent le bec, alors quelle fête ferez-vous quand vous apprendrez, des années plus tard, qu’il vous a donné ce prénom-là, fête à cette date-là, parce que c’est celui que portait le disciple bien-aimé ? D’ailleurs, vous y tenez vous aussi, qui à chaque fois ne manquez pas de vous récrier quand on le confond avec l’autre Jean, celui du 24 juin, le Baptiste, le décolleté. Beaucoup plus tard encore il vous viendra à l’esprit que c’est aussi celui-là, le préféré, qui a rendu compte : « C’est ce disciple qui témoigne au sujet de ces choses et qui les a écrites » (D.H.I. pagg. 106-107).

 

Come l’apostolo Giovanni nell’isola di Patmos, il narratore omonimo racconta una sorta di apocalisse : non quella della fine dei tempi, ma quella che coinvolgerà la sua famiglia.

 

Cette fois, ce sont ses dernières paroles. De lui vous n’entendrez plus qu’un râle doulereux s’amenuisant au fil des minutes quand, allongé sur le sol de la salle de bains, il entrera en agonie »(D.H.I. pag. 108).

 

Il narratore anticipa la descrizione della scomparsa, per preparare il lettore alla fine imminente del padre. La scrittura evita ogni patetismo e ogni sentimentalismo, per esprime in modo distaccato l’avvenimento, improvviso, inaccettabile, che coglie tutti a sorpresa :

 

Bien à l'abri, bien au chaud, vous lisez «Le Colonel Chabert ». Vu la couverture illustrée d'un cavalier de Géricault, il s'agit sans doute d'une version abrégée pour la jeunesse, mais, quand vous douterez d’avoir été un lecteur précoce, vous vous rappellerez qu'une raison plus impérieuse que l'ennui vous fit interrompre, le lendemain de Noël de vos onze ans, la lecture d’un roman de Balzac( D.H.I. pag. 109).

 

L’allusione velata al padre, anticipa di poco il tam tam tragico della sua scomparsa. Per prima cosa, in casa il narratore sente un urlo improvviso :

 

Soudain, couvrant le vacarme de la tempête , un bruit sourd, provenant cette fois de la maison, vous tire de votre lecture, comme la chute d’un corps lourd, suivi aussitôt d’un cri d’effroi de votre mère. Vous vous précipitez hors du lit en direction de la salle de bains. Au moment d’en pousser la porte, un obstacle vous empêche de l’ouvrir, vous insistez , mais votre mère vous demande presque en hurlant de faire le tour (D.H.I. pag. 109).

 

Come evidenzia il passo, la descrizione procede dall’esterno, tramite la narrazione meticolosa dei fatti avvenuti. Quest’arte minuziosa del dettaglio porta la restituzione della morte in puro presente : esseri umani e oggetti reali, nitidamente presenti. La scrittura si sofferma su tutti i particolari che il narratore percepisce nel tragitto che va dalla porta chiusa del bagno all’altra che è in camera dei suoi genitori. L’atmosfera è carica di presagi e simboli di morte : il letto vuoto, come sarà la famiglia senza Joseph, e le coperte rovesciate, che rimandano al travaglio fisico che il padre ha vissuto.

 

Vous passez par la chambre éclairée par les seules lampes de chevet qui la laissent au trois quarts dans la pénombre. Le grand lit est vide, les couvertures repoussées. C’est dans la salle de bains attenante à la lumière d’un néon, que vous découvrez votre père gisant sur le dos à même le linoléum gris, les yeux clos, la bouche ouverte, ses jambes bloquant la porte donnant accès au couloir. Il respire violemment, un souffle rauque, comme si la gorge était obstruée (D.H.I. pagg. 109-110).

 

I personaggi sono descritti dall’esterno, dai loro atti, che evidenziano l’attaccamento che li lega a Joseph : Mathilde, per esempio, cugina di Joseph, corre a chiamare il dottore ; Anne è disperata : prova a rianimarlo, tirandolo su per le spalle, piange e batte i pugni nel muro. La zia Marie prega incessantemente e alza il tono della voce, per richiamare tutta la famiglia al suo rosario. Il narratore e le sue sorelle si addormentano cullati dallle sue invocazioni, per risvegliarsi all’annuncio della morte del padre :

 

Vous ne sauriez dire combien de temps a passé depuis la chute tragique, quand quelqu’un, vous avez oublié qui, pousse la porte de la chambre et, après un silence, annonce simplement : c’est fini (D.H.I. pag. 114).

 

L’uso del "vous" consente al lettore di immedesimarsi nel dramma del narratore. Come ha osservato Rouaud :

 

Le « vous » est utilisé pour réproduire la scène primitive aprés la légende(I.P.).

 

Per scena primitiva s’intende l’evento reale e centrale, su cui è incentrato il romanzo: la narrazione della morte del padre in Des hommes illustres è condotta in seconda persona plurale. Il tempo di lettura, pertanto, sembra coincidere con quello dell’evento, dando al lettore la sensazione di essere parte integrante dell’avvenimento.

L’uso del "vous" si carica di questa doppia funzione: apostrofe al lettore

 

in quanto questo pronome è il luogo dell’incontro narratore-narratario, nonché l’identificazione del lettore con la vita del personaggio. Questa seconda persona plurale crea, infatti, la sovrapposizione delle tre persone della comunicazione: il narratore, il lettore e il personaggio.

 

6. Il grido di Giobbe

 

L’innocenza dell’uomo davanti alle morti inesplicabili, produzione e distruzione della materia, è più volte ribadita dal narratore, che si fa portavoce della negazione e del dubbio teistico. La voce narrante è consapevole che se nel passato la religione e la filosofia erano a sostegno dell’uomo, l’età contemporanea ha visto indebolirsi questi sostegni e l’uomo ha scoperto di essere soggetto soltanto al Caso.

In Des hommes illustres il narratore esprime il proprio scetticismo sulla comprensione del dolore : le perpetue domande dell’uomo sul proprio destino restano aperte, come dei quesiti irrisolti. Sulla sofferenza, sull’uomo che tribola di dolore, Rouaud volge il suo cuore : osserva, infatti, l’umanità soggetta al destino, in preda all’angoscia della morte. In tutto il romanzo è, infatti, avvertibile una denuncia verso Dio.

I personaggi di Rouaud s’interrogano, in un’esperienza intima e soggettiva, sul perché della sofferenza. Rispetto all’ateismo assoluto di Céline in Voyage au bout de la nuit, in cui la parodia verso Cristo diviene atrocemente dissacrante9, in Rouaud sentiamo un afflato di

 

agnosticismo inquieto, di un uomo che grida davanti all’impossibile epifania e comprensione del mistero, che s’interroga come il Giobbe biblico sull’ingiustizia.

Un conturbante misticismo anima le pagine del romanzo, di un sentimento cupo di una colpa originaria, di cui il narratore non ha decifrato il contenuto e la natura. Sembra ritornare il motivo sofocleo della punizione all’umanità, che non comprende, che non riconosce il fato e il destino.

La morte del padre è indicazione del destino o riferimento a una vicenda metafisica, indecifrabile all’uomo, di un ciclo di eventi diverso e più alto. La sua famiglia, in questo reticolo labirintico, per Rouaud è innocente. Solo la zia Marie riesce a pronunciare il Padre Nostro, perfino davanti all’incomprensibile morte del nipote :

 

(…) elle se laisse tomber à genoux sur la descente de lit dans un craquement de rotules, bras en croix, tête levée vers le ciel (c’est-à-dire le plafond), paupières baissées, avant d'entamer avec votre concours une sorte de marathon de prières : "Notre père qui êtes aux cieux que votre nom soit sacrifié", suivi de dix :" Je vous salue Marie pleine de grâces le seigneur est avec vous", puis retour au Notre-Père suivi à nouveau de dix Ave ( ce qui donne une place dix fois plus importante à la femme), le rythme s’accélérant à mesure qu'elle égrène en boucle son chapelet, si bien que vous vous emmêlez dans votre comptage personnel, ce qui vous vaut de sa part une remarque agacée quand vous récitez à contretemps un Ave à la place d'un Pater. (D.H.I. pag. 113).

 

 

Notiamo la mordace ironia del narratore, che sorride sull’estrema bigotteria di Marie. La verità non è Dio, ma " la source noire"(C.H. pag. 49) : il cristianesimo, secondo Rouaud, aumenta la sofferenza naturale ; in nome della promessa di un regno fallace, quello dell’aldilà : con il peccato originale, ha reso perciò la vita del fedele, una valle di lacrime. L’ironia verso il cristianesimo10 serve a Rouaud ad affermare l’innocenza dell’uomo. E’ nella natura delle cose che tutti gli esseri dotati di sensibilità siano condannati alla sofferenza. L’uomo è l’essere più infelice di tutti. Come dice l’Ecclesiaste: " Qui auget scientiam, auget et dolorem". L’uomo più intelligente soffre ancora di più, come il narratore della pentalogia. L’uomo per Rouaud è l’oggettivazione più perfetta della volontà di vivere, e perciò è il più bisognoso degli esseri : egli non è che volontà e bisogno(I.P.).

Infatti riferendosi al romanzo Jean Rouaud ha spiegato :

 

quand j’ai écrit Des hommes illustres , je me suis référé aux sentiment de mon enfance : à l’incapacité d’accepter l’existence de Dieu (I.P.).

 

7. La morte collettiva

 

Des hommes illustres presenta l’ineluttabilità della «loi de série»(C.H. pag. 9) : il lutto della morte di Pierre e Aline11 (Les Champs d’honneur) con un raddoppio narrativo è, infatti, riproposto sia attraverso la sofferenza di Marie (per la morte del suo terzo fratello e della cognata) sia attraverso la disperazione del figlio Joseph. Per due volte, infatti, ricorre l’immagine di Joseph al cimitero. La prima è resa tramite l’evocazione del futuro suocero Alphonse Burgaud che lo vede mentre accompagna la figlia Marthe ( sorella di Anne, madre di Jean) durante la visita al nipotino neonato defunto. Il nonno del narratore vede « ce grand jeune homme à lunettes qui soutenait son père effrondré devant une sépulture fleurie » (D.H.I. pag. 151) : quella della madre. Lo rivede un anno più tardi, al funerale del padre Pierre, che « emporté de son chagrin (…), n’avait pas tardé à rejoindre son épouse » (D.H.I pag. 151). E Joseph, orfano, avrebbe voluto morire anche lui, ma era stato consolato ed aiutato dalla « tante Marie ».

Alle scomparse dei cari si aggiunge la descrizione della morte collettiva: la Seconda Guerra Mondiale ripropone e amplifica l’immagine della sofferenza dei deboli e degli impotenti. L’atrocità bellica si accanisce su esseri umani, che fuggono « deviant leurs trajectoires au hasard des bombes », che hanno del « sang qui coule d’une tempe »(D.H.I. pag 169).

Rouaud ripropone la sua visione antimilitarista : i bombardamenti descritti, sono conseguenza e cagione della guerra, che è solo odio fratricida, in nome di un ideale astratto, chiamato patria.

 

(..) Certains préfèrent demeurer dans la pénombre, gardant pour eux-mêmes ce que dévoile crûment l’arène de lumière. Les regards se croisent, s’évitent, établissent une connivence passagère, se détournent au seuil de la confidence. La proximité de la mort ne justifie pas qu’on manque de tenue. Jambes serrées, les femmes tirent sur leurs robes d’été (..) aussi courtes.(..). Chacun se demande si la place du voisin ne serait pas un meilleur gage de survie que la sienne. A quel emplacement le salut ? Là-bas plutôt qu’ici ? Sous cette partie basse de la voûte ou dans l’encadrement de la porte. Quelles victimes futures ont dejà dans cette loterie funèbre reçu leur billet de mort ? »(D.H.I pag 165).

 

Da queste pagine traluce un sentimento di orrore e di sgomento del narratore, che si aggiunge al grido di terrore di innocenti, innanzi al rischio di morte. Bambini e donne straziati corrono senza meta e vanamente alla ricerca di un riparo, che protegga i loro esili e inermi corpi. Atterriti, tutti tentano di sfuggire alle bombe, come in una lotteria funebre : chi corre da una parte, chi dall’altra ; le bombe creano esplosioni, che propagano gas e fiamme, che rendono impossibile la respirazione per la polvere, « comme si l’enfer souterrain joignait ses forces maléfiques à la fureur céleste »(D.H.I. pag. 170), sciagura che si aggiunge all fame, alla dissenteria, al freddo e alle febbri.

La guerra è per il romanziere inconcepibile spargimento di sangue, sacrificio di povere vite che sono nullità nell’anticamera dei rifiutati della vita. Certe scene della descrizione della guerra sembrano rievocare sia la coraggiosa polemica della filmografia di Francesco Rosi12 per il realismo della descrittività dell’atrocità bellica sia l’alto impegno civile del film Orizzonti di Gloria di Stanley Kubrich, con la condanna dei suoi orrori. Joseph rifiuta la guerra in modo netto e diventa come Bardamu in Voyage Au Bout de la Nuit di Céline un disertore. Il narratore in Les très riches heures dirà :

 

Je déteste l’armée et tout ce qui lui ressemble (T.R.H. pag. 43).

 

Le parti dedicate alla guerra hanno poco spazio nel romanzo "alors que l’impression dominante est celle d’un poids considérable et d’une omniprésence des deux grands événements. Comme si toutes les lignes de chaque roman convergeaient vers eux"13. E sembra infatti che si tratti di dover attraversare una serie successiva di strati per "toucher à une cellule-mère, sorte de foyer originel pour celui qui raconte et décèle le lignage entre ces temps et le sien"14.

La rievocazione della seconda guerra mondiale nasce, comme ha affermato Rouaud, dal fatto che :

La guerre a vécu dans les âmes des français très longuement : le traumatisme des morts et de l’occupation allemande a crée le sentiment de la défaite, de la collaboration et de l’épuration. Mes parents ont traversé la lente et difficile reconquête du sentiment national (I.P.).

 

8. La salvezza

 

Sotto le bombe di Nantes, c’è la madre15 , nella sua corsa disperata all’esistenza . Il narratore, che non si era mai presentato in prima persona, alla fine di Des hommes illustres esce allo scoperto : si rivolge a quella che sarà sua madre, in pericolo di vita, manifestandole tutta la sua preoccupazione di figlio:

ô maman(…) il faut que tu sois bien en vie.. (D.H.I. pag.171).

 

Le « tu » dans Des hommes illustres représente le chemin du narrateur qui a marché jusqu’à présent voilé et qui sort de son trouble identitaire, à cause d’un excès de peur (I.P.)

 

Come è stato efficacemente osservato : « Sa plume insuffle l’énergie à la mère, pour qu’elle s’en sorte, pour qu’elle ne rate pas son rendez-vous avec le père»16, futuro padre che teme di essere seppellito sotto falso nome più della morte stessa.

 

Et puis, s’il arrivait quelque chose, il n’a pas envie  d’être enterré mort non plus d’ailleurs, qui plus est sous un faux nom. Qui réclamerait le corps de Joseph Vauclair, menuisier, né à Lorient ? Qui le pleurerait ? (D.H.I. pag. 167).

 

La voce narrante si rivolge, in un commosso addio, che è l’estremo epitaffio, al padre :

 

(…) tu [Joseph] as les meilleures raisons de prendre grand soin de toi, pour toi, pour lui [Etienne, un ami], pour nous, pour  ne pas disparaître avant qu’on ait un peu parlé de nous, nous ne sommes pas si importants que d’autres s’en chargent, trop humbles, trop laborieux (..). Nous laisseras-tu, pauvres petits néants dans l’antichambre des refusés de la vie ? (D.H.I. pag.173).

 

 

Des hommes illustres ha lo scopo di ricordare questa figura di Joseph, che permette alla famiglia Rouaud di uscire dall’anonimato.

Sembra che la vita del narratore si apra nell’ombra di queste apocalissi, come una sopravvivenza miracolosa : «ouf, nous sommes sauvés »(D.H.I. pag. 174) recitano le ultime parole del romanzo. Esse sono il grido dell’ultimo superstite di una catena di catastrofi : un prodigioso inno alla vita, « comme un formidable merci de Jean Rouaud lui-même à tous ces hasards qui permettent à deux jeunes gens- Joseph et Anne- de sortir vivants des bombardements de Nantes en 1943 »17.

Ma si può dare a questo « nous » un significato più vasto che non quello della progenitura di Anne e di Joseph e leggervi un’allusione al vasto progetto romanzesco di Rouaud inteso come « moyen de garder présent tout ce que l’anonymat d’une expose à une déperdition certaine »18.

 

9. Lo spazio aggressivo

 

La realtà appare labirinto soffocante  : gli oggetti in Des Hommes Illustres non sono più tattili, si passa così dall’oggetto sostanza all’oggetto superficie. Quest’ultimo comporta ai personaggi l’instaurazione di uno spazio aggressivo. Infatti secondo Rouaud stesso :

 

Dans Des hommes illustres l’objet devient aggressif comme dans les romans d’Alain Robbe-Grillet (I.P.).

 

Ne segue un impossibile incontro fra l’io e l’oggetto. Ed anche il rapporto dell’uomo con gli altri viene alterato : l’altro viene preso e sentito pari all’oggetto, riducendo la sua soggettività ad immagine fissa. Rouaud evidenzia così l’incomunicabilità interpersonale e il limite imperativo della soggettività. Vedendo gli altri dall’esterno, i personaggi sono condannati a non conoscerli mai. Se l'oggetto non si restituisce come è nel mondo, esso esiste solo nell'atto per cui il soggetto ha una visione di esso. Il che significa che non esiste un'altra realtà per il soggetto che quella da lui afferrata. Ne segue una relativizzazione del posto dell'osservatore : il suo corpo è coinvolto nello spazio e in un tempo eterogeneo e caotico, cosi il narratore è incapace di conoscere. In effetti non può mai essere esaustivo il rapporto del corpo con il mondo, poiché si realizza con l'uscita dell'io verso il mondo " creando uno spazio che si potrebbe definire l'esterno dell'interno e che non può ricoprire qualche virtuale estemo oggettìvo"19. Il narratore, perciò, sente malessere, scacco e conoscenza frammentaria : la sua visione è parziale e limitata, non disposta in un continuum, ma in sequenze iterative che si altemano e ritornano su se stesse.

Nasce così fra l’individuo e l’altro un enigma, un pantano viscoso di ambiguità, di parole e di gesti. Ognuno segue il filo associativo delle proprie idee. L’uomo così per Rouaud subisce il dramma di questa confusione fra interno ed esterno : tra incastri, cerchi e affondamenti l’uomo sprofonda nell’universale voragine del labirinto. In Des hommes illustres vi è un’accumulazione soffocante di oggetti, ironia dell’ordine, non-sense dell’esistenza :

 

Mais une vaisselle monumentale : des montagnes d’assiettes, de soupières, de verres, de casseroles, de faitouts, de bols, de marmites, services à café, services à dessert, à crême, à liqueur, coupes à fruits, plateaux à fromages, plats en terre, en faïence, en porcelaine à feu, en grès, plats plats, plats creux, tonds, carrés, ovales, moulins à café à main, électriques, moulins à légumes, presse-purée, louches, écumoires, passoires, l'équivalent de trois cents placards de cuisine vidés dans notre cour, à quoi s'ajoutaient les bidons à lait et leurs mesures en aluminium, les pots à fleurs de toutes tailles, les jardinières, les barattes, les saloirs, les bassines en plastique ou galvanisées, les bocaux à conserves, les rouleaux de toile cirée en trois largeurs (un mètre, un mètre vingt, un mètre quarante), les ampoules électriques, les balais, les brosses, un rayon quincaillerie, un autre de droguerie, mille bizarreries comme ces œufs en plâtre ou en bois qui servent de leurre pour inciter les poules à couver au bon endroit, sans oublier les couronnes mortuaires avec perles et strass, les croix en marbre ou en granit avec christ en bronze ou métal chromé, et les fleurs artificielles qui perdurent d'une Toussaint à l’autre et accompagnent plus longtemps les regrets éternels. (D.H.I. pag.21).

 

La realtà è labirinto, cioè uno spazio nauseante oppresso dall’oggetto. Come in L’étranger di Camus, soprattutto in Des hommes illustres, troviamo una connivenza oscura di rancore e fascinazione, per cui le relazioni con gli oggetti non sono mai innocenti, ma il soggetto si sente quasi neutralizzato dall’esistenza esterna. Inoltre come in La Nausée di Sartre, anche i romanzi di Rouaud presentano un mondo ermeticamente chiuso, dove ciechi ( o miopi20 ) si agitano i personaggi prigionieri dei ricordi e dei dolori in una sorta di orizzonte vischioso. Il tessuto continuo dell’esistenza non è fissato sul solido o sul pieno, ma ricopre affossamenti, abissi, tout court, il vuoto.

L’uomo rimane in silenzio davanti a questo baratro d’oggetti che opprimono lo spazio.

 

10. Lo stravolgimento del paesaggio

 

Joseph percorre spesso, nei suoi viaggi, la campagna bretone ed è perciò testimone dello stavolgimento del paesaggio, per la trasformazione del territorio da agreste a tecnologico.

Il narratore evidenzia l’identità fra Joseph e il paesaggio e scorge un nesso fra la morte del padre e quella della antica Bretagna : 

 

D’ordinaire il n’y a que la guerre pour redéfinir aussi violemment un paysage. L’histoire en signale bien une en ces années-là, mais de l’autre côté de la Méditerranée, dont l’echo ne vous parvenait qu’amoindri. L’oncle de choc, à vingt

ans de là, du dernier ébranlement mondial ? Ou alors, par un automatisme de ce siècle qui nous accoutumait à détruire, une sotte de conflit anonyme, diffus, clandestin, modèle pour temps de paix, et comptant même ses victimes, car somme toute il nous semblerait mieux comprendre si on attribuerait à une guerre, fût-elle blanche, notre disparu de quarante et un ans (D.H.I. pag. 48).

 

Il progresso ha alterato il mondo rurale : il tempo, come fatto cronologico meccanicamente frazionabile e misurabile, non aveva importanza nel mondo pre-industriale, poiché le attività del mondo contadino erano condizionate dalle stagioni, dal clima e dagli agenti atmosferici.

« L’imagination n’est pas le fort des campagnes, qui trouvent plus sage et rassurant que les choses se répètent à l’identique »(D.H.I pag 32). Nel mondo industriale, invece, il lavoro è scandito da momenti organizzati, così che il tempo diviene meccanico e quantitativo.

 

Des hommes illustres descrive la trasformazione della Francia rurale, provocata dall’industrializzazione dell’agricoltura. Le terre della Bretagna erano divise in minuscoli appezzamenti, dove lavoravano intere famiglie ; l’industrializzazione ridisegna il territorio, con le macchine agricole, creando spaziosi rettangoli di terreno :

 

Le grand ensemblier21, dans le secret de son cabinet, passa sur Bretagne un bras ravageur comme un soudard débarasse une table encombrée. Sur ce terrain déblayé il redessina de vastes rectangles bien dégagés, traça des pistes stabilisées larges et droites, et, jugeant que cela était bel et bon, apposa sa signature au bas de son grand œuvre. La lettre de cachet expédiée dans la lointaine province, l’arasement pouvait commencer (D.H.I. pag. 44).

 

La natura, umanizzata, è descritta nella sua sofferenza, soggetta « à la loi du plus fort »(D.H.I. pag. 46), alla macchina :

 

 La rage de la mécanique se communiquait alors à l’ensemble de la terre (D.H.I. pag. 46).

 

Gli alberi oppongono una vana resistenza :

 

(..)La machine redoublait de violence, bélier furieux acharné à la perte de sa victime, et bientôt il fallait se rendre à l’évidence : les nuages défilaient et l’arbre s’inclinait. Il n’abattait pas brutalement comme celui qui cède sous les coups de la cognée. A chaque degré de son inclinaison il s’accrochait de toutes ses racines, refusant de capituler, emportant quand elles se déchaussaient un morceau de la terre-mère comme une preuve d’arrachement (D.H.I. pag. 47).

 

Il nostro secolo spinge alla distruzione indifferenziata di tutto ciò che lo circonda :

 

Détruisant la figure favorable, d’un univers-réseau, les bulldozers y rasent soudain les haies sans même paraître s’en apercevoir, broient les broussailles avec mépris, bousculent les talus comme on piétine une fourmilière, comblent les fossés, les abreuvoirs, laminent les bosses. Terre égalisée, table rase, attaque sadique menée contre la nuances d’un sol(…)22.

 

La tragedia del «  remembrement » delle terre, è per Joseph  « comme un attentat à sa personne même, ou plutôt, peut-être, à sa capacité de désirer»23.

Le grosse macchine agricole sono rappresentate nell’ottica di Joseph, in tutta la loro violenza devastatrice, simile a quella di una guerra. Joseph è immerso nella Bretagna : l’industrializzazione è da lui percepita non solo come una forma di dissacrazione del passato, ma come propria morte.

Contro il progresso, che ridefinisce il paesaggio, Joseph raccoglie dei frammenti di passato, testimonianza imperitura di una tradizione che sta per essere distrutta e perduta.

Il narratore prova nostalgia , per una Francia ormai scomparsa, per quel mondo fiero e ricco di dignità, che è stato il mondo del padre : nella scrittura di Des hommes illustres percepiamo questa "constante nostalgie d’un passé, par définition plus vrai et authentique que le présent ; présent dont la seule valeur réside dans l’exaltation de ce passé »24.

 

Per Rouaud, il progresso è solo un’illusione : non ha portato un cambiamento nell’uomo. L’evoluzione dalla caverna all’astronave ha portato l’immolazione di troppi innocenti. L’idea delle « magnifiche sorti e progressive »25, nell’epoca moderna, si è sostituita al principio teologico delle religioni monoteistiche, anche se è vissuto con lo stesso

 

 

fanatismo. Il progresso stesso è diventato una forma di credo e di religione.

 

Car c’est un fait, le futur tient rarement ses promesses. Ce qui rend drôle et touchant toute tentative d’anticipation dès lors qu’on projette un peu trop loin dans le temps (R.C. pag. 32).

 

In altre opere il romanziere si rivolge alle vittime che hanno pagato quest’insulsa idea che la storia sia promozione e trascendimento umano. Se Dio non esiste per Rouaud, neppure la scienza va elevata alla pari di un dogma:

 

La science elle-même rêve. Du moins consent-elle parfois à se divertir de ses austères études pour tenter de répondre aux injoinctions des rêveurs. Prenez la Lune. La pression a été telle pendant des siècles- romans (Cyrano de Bergerac et son Voyage à la Lune, à l’aide de fioles remplies de rosée attirées par le soleil), chansons, croyances populaires, dictons, cinéma-, qu’on a fini par y débarquer. " Un petit pas pour l’homme, un grand pas pour l’humanité", a dit, un peu sentencieux, Armstrong, au moment d’y poser pour la première fois le pied. Un grand pas de rien de tout. D’ailleurs notre scaphandrier new-look, surpris par la faible pesanteur a aussitôt trébuché, et l’Humanité n’a pas enregistré de sensible différence. Et d’ailleurs, tellement peu passionnant, notre satellite, avec son sol de sable gris, grêlé par des pluies d’astéroïdes, qu’au bout de quelques coûteux voyages on n’a plus jugé utile d’y retourner. Du genre : voilà, vous avez vu ? Rien à voir (R.C. pag. 28).

 

 

Le Paléo Circus26 è incentrato sulla fiumana del progresso dell’uomo sapiens e sul periodo megalitico. Questa descrizione della difficoltà esistenziale dell’uomo primitivo, serve a Rouaud a introdurre il suo pessimismo cosmico. E’ un’immagine complessa quella della storia in Jean Rouaud, un misto di violenza e armonia ancestrale. In ogni era l’uomo ha sofferto, perché la storia è dominata dal caso.

Alla condizione umana è connaturale la sofferenza, un mondo senza trascendenza né gioia. In Le paléo Circus dirà riferendosi al futuro dell’umanità che :

 

Aussi longtemps que le monde sera traversé par la peur, la froidure et la faim, c’est de lui [le progrès] qu’on attendra le salut, de son adresse prodigieuse et de sa bravoure(…) (P.C. pag. 27).

 

11. Il megalitico

 

Il padre ha la passione di raccogliere frammenti di megaliti27. Joseph porta spesso i figli a Carnac :

 

En début d’après-midi nous avons parcouru les alignements de Carnac (D.H.I pag. 56).

 

La passione megalitica permette a Joseph di immaginare e di proiettarsi in un modo scomparso. Questo interesse gli consente di esprimere la libertà del proprio spirito, nel fantasticare su teorie e interpretazioni bizzarre, basate sui principi filosofici e matematici degli antichi :

 

Comme il portait toujours sur lui un mètre à ruban à vérifier le diamètre des verres et des pots de fleurs, il avait relevé la distance entre plusieurs menhirs supposés reproduire, cinq mille ans avant le maître, le théorème de Pythagore dans son rapport idéal : trois, quatre, cinq. Mais les résultats s’étaient révélés trop aléatoires pour qu’on pût annoncer avec précision le jour et l’heure de la prochaine éclipse. Il avait tenté d’assister au lever du soleil sur la lande de Kermario au solstice de juin (D.H.I. pag. 58).

 

Questo amore per le pietre, fa temere a Joseph il mare, sentito come principio di dissoluzione : anche se i figli preferirebbero andare là più che a Carnac, egli li porta sempre in qualche insediamento primordiale di civiltà.

Il mare per Joseph è un flusso continuo, che « engloutit, efface les traces, inonde, oxyde.. » (D.H.I. pag.25) :

 

La mer, pour l’ancienneté, ne craint personne, elle était dejà là aux premiers matins du monde. Mais ce côté fuyant, cette eau qui dort au-dessus des gouffres, cette vague qui va et vient sans se décider vraiment, cette marée qui se retire et revient six heures plus tard reprendre comme un voleur le morceau de plage qu’elle vous a donné – la mer ne correspond en rien à notre père (D.H.I. pag. 25).

 

Animato da un atavico richiamo, il padre ama le pietre, « fragments de passé devenus une gêne pour les temps nouveaux »28:

 

On devinait que les pierres avaient à ses yeux la qualité de l’homme estimable qui protège, bâtit et ne plie pas. Il était devant un chaos rocheux, un menhir ou un mur savamment appareillé comme devant un arbre généalogique. Par cette parenté monolithique il se sentait de la famille ( D.H.I. pag. 25).

 

I megaliti sono testimonianza di un progetto misterioso di un’allegoria cifrata che il padre vorrebbe svelare :

 

Si l’ordre était respecté, l’ultime borne de ces alignements devait avoir la taille d’un grain de sable, dissolution progressive dans la terre-mère ou, partant de l’est, petite graine de sable, pépinière minérale, pour aboutir à la forêt des géants au couchant. C’est en lieu et place de ce grain de sable théorique que nous découvrîmes dans l’herbe rase, près d’une touffe d’œillets sauvages comme il en pousse au bord de l ‘Atlantique, un cadavre d’oiseau (D.H.I. pagg. 61-62).

 

Il ritrovamento del corpo dell’uccellino rivela che i megaliti sono mezzo di eternificazione. Quella tradizione che il progresso distrugge, la natura conserva :

 

(…) Son [de l’oiseau] petit corps décharné, le cou dénudé, comme si la mort lui avait ôté son cache-col, une taie bleutée sur l’œil, le bec entrouvert, ses pattes vermicelles repliées comme l’armature d’une ombrelle délicate. Quelques plumes encore collées sur la fine charpente de l'aile se soulevaient doucement sous un souffle de vent. Papa s’accroupit auprès de la minuscule dépouille afin de mieux l'observer sans doute, mais dans une attitude si recueillie, si pleine de commisération, que nous l'imitâmes en fermant le cercle, maman restant seule debout. Nous étions à l'orée d'un miracle d'une simplicité enfantine, persuadés que son souffle allait gonfler de vie la poitrine miniature, et les chairs se reformer, les ailes à nouveau battre, tirant vers le ciel l'oiseau recomposé. Comme à l'ouverture de la tombe des bienheureux montait de ces quelques grammes de chair en décomposition la douce odeur sucrée des œillets. Ce message parfumé apportait l'espérance et la consolation (D.H.I. pag. 62).

 

I bambini credono di trovarsi davanti ad un miracolo, che permetterà all’uccellino di riprendere vita. Il ritrovamento del volatile consente loro di conoscere forme primitive di vita. A questo passato è legato l’istinto di vita di Joseph : i megaliti, fossilizzando e conservando la vita che è stata, sono depositari del cammino della progenie umana e simboli di un’appartenenza che nel cuore del padre permane salda. Al contrario il mare assomiglia al progresso, che distrugge e ingloba, non conservando : il futuro per Joseph è morte.

 

Il sortit le mètre à ruban de sa poche, mesura l'écart entre les deux derniers menhirs de la file, écart qu'il reporta ensuite en bout de rang, marquant la distance au sol de la pointe de son soulier, se pencha à nouveau et, s'aidant de son couteau, un couteau en inox qui ne le quittait jamais, paré de deux lames, d'un poinçon et d'un tire-bouchon, creusa à l'endroit indiqué un trou profond comme un poing, découpa un rectangle de carton dans son paquet de cigarettes, le glissa sous le corps de l'oiseau et déposa le tout dans la petite fosse avec les précautions d'un représentant en porcelaine. Maintenant que ses cigarettes étaient en vrac dans sa poche, il préleva le papier argenté qui les enveloppait et, luxueux linceul, en couvrit la petite victime. Après un rapide tour d'horizon, il avisa une pierre au pied d'un bouquet de genêts en bordure du champ, la souleva puissamment, la transporta sur plusieurs mètres et la planta verticalement au-dessus de la sépulture improvisée, parachevant l'œuvre des lointains fossoyeurs.(D.H.I pag. 63).

 

Joseph è in continuità con la civiltà megalitica : la pietra che pone sulla tomba del volatile, è simbolo della sua identificazione con la civiltà prestorica degli allineamenti di Carnac : fa parte del mondo rurale della Bretagna e del suo passato.

 

Après l'inhumation solennelle de l’oiseau, quand nous remontâmes dans là voiture, papa ouvrit le guide de Bretagne à la page consacrée aux alignements et, comme on signalait ici 874 pierres dressées, il prit son stylo, raya le chiffre et au-dessus écrivit 875 ( D.H.I. pag. 66).

 

Se il padre è depositario di questo amore per la civiltà passata e della storia, Jean Rouaud ne è il conservatore e il restauratore : egli dedica un’opera intera alla passione dell’architettura megalitica, come omaggio alla sua memoria : Le paléo circus. Quest’interesse paleolitico di Rouaud nasce, come ha affermato, « du souvenir de la passion de vieilles pierres de mon père »29. L’opera, composta tre anni dopo Des hommes illustres, è testimonianza un « (..) rapport émouvant, quasi charnel à la profondeur d’une origine (ces entrailles de la terre) »30. In essa Rouaud ripercorre le tappe dell’evoluzione, ricostruendo gli usi e i costumi degli uomini primitivi e la crudele legge della sopravvivenza delle tribù, minacciata dalla violenza umana o dagli agenti atmosferici : « la peur, la froidure et la faim »(P.C. pag. 27). Lo scrittore descrive la vita di 15 milioni di anni fa, durante il Magdaleniano medio, quando l’arte paretale si sviluppò in Francia, inserendo fotografie di graffiti delle pitture monocrome o policrome delle grotte di Lascaux e Rouffignac (Aquitania), di Niaux e Pech-Merle (Pirenei), di Ardèche (Rodano-Alpi) ecc., ritraenti generalmente soggetti zoomorfi, che avevano uno scopo magico e propiziatorio per la caccia e per la riproduzione degli animali.