Le trombe di San Michele

 

 

Massimiliano Badiali

 

Ci sarà un tempo in cui si dice che San Michele giudicherà i vivi per i loro peccati: i buoni andranno in Paradiso e i cattivi nei gironi dell’Inferno.

Una mattina del 2000 e passa San Michele sotto l’ordine di Dio, scese in terra ed iniziò a suonare le trombe. In quel chiasso intergalattico nessun uomo lo sentì. Il traffico intensissimo delle astronavi e i loro motori non permettevano che alcun uomo potesse sentire nulla. Un certo Mario Rossi pensava che fosse il vicino a provocare quel suono di strumento primordiale e gli urlò: "Stop, chiudere il primordiale suono, stop devo comunicare via Intergalaxy con la mia ragazza virtuale di Marte e combinare un viaggetto via navicella Fax entro le prossime sei ore".

"Non sono io a suonare- disse Pedro Gonzales- io gioco con il mio robot a simulare la guerra nella galassia e stellare".

Intanto San Michele di nuovo suonò le trombe, ma era un suono ai posteri impercettibile nel ronzio astronomico e satellitare. Ed allora costretto fu a ritornare nella Candida Rosa e a pregare.

Colto dalle lacrime chiamò Iddio e Gli chiese: "Perché le mie trombe suonai e nessun uomo le udì?".

Iddio rispose: "scenderemo a parlare loro, agli umani, figli che creammo a Nostra immagine e somiglianza".

Iddio scese e scatenò il vento, le piogge, le tempeste, ma nessuno udì.

Ognuno errava assorbito dal filo associativo delle proprie idee, ognuno giaceva rapito dall’estasi dell’individuale inconscio recitare e dalla frenesia del proprio insoddisfatto bisogno di significato.

Iddio vide le umane creature sorde e cieche al Suo amore e ne soffrì molto.

Gesù Gli si rivolse con amore filiale:

 

"Padre mio, perché non li perdoni. Tu impeccabile e perfetto sei. Uguali li creasti l’un all’altro. Tutti figli, come Me, sono per Te!".

Ma Iddio apparve inquietato e soggiunse: "Quando creammo il mondo, facemmo tante e troppe cose, ma in ciò dimentichi fummo. L’uomo plasmammo da farina ed acqua. Il primo uomo lo dimenticammo troppo, per asciugarlo al frate sole. Il secondo per non scottarlo lo riempimmo di olio. Il terzo lo togliemmo dal lievitare in anticipo. L’ultimo lo spallidimmo col colorito della porpora . Ne nacquero differenti volti degli stessi Nostri figli dell’umanità.

Gli uomini finora hanno creduto di usare quella mia trascuratezza per a lungo torturarsi. Purtroppo il Nostro Amore creò questa cieca e sorda creatura che è l’uomo che amiamo e non sentiamo di potere troppo punire".

E Gesù disse che le punizioni aprono la strada alla salvazione dell’anima e alla purificazione del corpo: "redimi a tutti l’anima! Riportali alla vita semplice e primitiva, come dopo che Adamo cacciasti dal Paradiso e la di lui Eva. Ma Padre, ascolta. Sii tangibile ed immanente ed agli uomini comprensibile: sii il Grande Orologiaio, che controlla il mondo e la storia. Ripara al male dell’iniqua schiatta: rendila tutta veramente uguale. Essi distruggeranno ogni umana invidia, rabbia e violenza".

E così dal secondo millennio al terzo gli uomini furono tutti uguali, senza lavoro, senza dialogo, con un interiore ozio che effemminava loro gli animi e li faceva languire di sonno e di pigrizia.

Verso l’anno 3000 e passa, Iddio mandò San Michele a suonare le trombe. Tutti gli uomini iniziarono a ballare le melodie apocalittiche di questa danza e a cantare a squarciagola: "Felici siam, noi ci amiam, là là là, figli di Dio siam, amar ci sappiam, là, là, là".

San Michele tornò da Dio. Iddio, pur amando la gioia dei suoi figli, soffriva a vederli così ignavi ed oziosi: l’idea di libertà e di uguaglianza era servita loro all’inoperosità e all’accettazione del disimpegno.

Una fraternità lasciva sempre a gozzovigliare e libera di concedersi tutti i naturali riposi del mondo, vivendo come gli animali, fornicando universalmente.

Iddio disse al figlio:" Abbiamo errato forse a dar loro tutto uguale?. Sono interiormente amorfi come pietre: vegetano in omertà di vizio e vivono in una noia criminale".

 

"No, Padre, crucciarti non devi: plasmasti l’uomo un dedalo di vita e di morte, un labirinto di amore e di odio, un sinodo di anima e di corpo. Creasti monadi contraddittorie e folli, erme bifronti. Ma so che Tu ami le umane creature come me, figlio Tuo.

Chiama San Michele e tutti i santi, la Madre, Maddalena e tutti i beati e i dannati. Oggi, padre darai l’amnistia e la pace in eterno e fin sempre proteggerai le sciagure umane".

La Santissima Trinità delle persone divine del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, con Maria e le Santissime Anime chiamò nome per nome ogni anima ed ogni persona, uomo benedetto o dannato.

Dio creò il Paradiso Universale, dove tutte le anime vissero beate e illuminate dalla Sua Luce: solo Lucifero e il serpente rimasero fuori ad osservare, a sbuffare e a sospirare bramando. Così il Padre salvò gli uomini.

Lui salverà da Buon Pastore tutte le Sue pecorelle smarrite.