TESINA INTERDISCIPLINARE

PROF. MASSIMILIANO BADIALI

UNA DIFFICILE RICOSTRUZIONE

 

 

 

PRESENTAZIONE

 

 

 

 

STORIA

- La guerra fredda

DIRITTO

- La Costituzione Italiana

 

SCIENZE DELLE FINANZE

- Il bilancio dello stato

ECONOMIA AZIENDALE

- Il bilancio d’esercizio

MATEMATICA

- La programmazione lineare

ITALIANO

- Eugenio Montale

GEOGRAFIA

- La Germania

 

 

 

 

 

 

La seconda guerra mondiale è riconosciuta dagli storici come il più violentemente spettacolare fenomeno bellico-sociale che la storia dell'umanità abbia mai conosciuto. Nessun avvenimento ha segnato così profondamente la vita di (quasi) tutta la popolazione mondiale, niente fu tanto sconvolgente e drammatico, nulla da allora sarà più come prima. Tutti i rami della società furono toccati e da essa mutati profondamente. Dalla scienza alle ideologie politiche, dall'industria alla cultura, tutto fu inglobato nel gigantesco vortice della guerra. Gli episodi e gli avvenimenti che si tramanderanno fino all'estinzione della specie umana sono innumerevoli. Auschwitz, Hiroshima, Pearl Harbor e tanti altri sono nomi che non saranno mai rimossi dalla memoria dei popoli. Simboli di una crudeltà e una malvagità che l'umanità non aveva mai conosciuto neanche nelle epoche più barbare. Questa universalità di fenomeni mi ha sempre affascinato. Quei sei anni nell'evoluzione politica e sociale del genere. Con le Conferenze di Yalta (4-12 febbraio 1944) e di Postdam (17 luglio - 2 agosto) (febbraio 1945) si stabilì che l’Europa occidentale, compresa la Grecia, sarebbe stata assegnata agli anglo-americani e l’Europa orientale all’influenza sovietica. Questo provocò la divisione del mondo in due blocchi ideologici: gli accordi stabilivano l’influenza parziale o totale dell’URSS nei paesi dell’Europa orientale (Polonia, Romania, Bulgaria, Ungheria, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Albania) che l’Armata rossa aveva liberato dalla dominazione tedesca, mentre l’Italia e la Grecia, con tutte le altre nazioni occidentali, sarebbero dovute rimanere sotto l’influenza americana. La carta d'Europa mutò profondamente. Le maggiori annessioni furono realizzate dall’Unione Sovietica la quale aggiunse alle terre occupate tra il 1939 e il 1940 (Galizia, Estonia, Lettonia e Lituania) e la Polonia orientale. Quale compenso per tale perdita il nuovo governo polacco ricevette dalla Germania l’ampia fascia territoriale comprendente importanti centri quali Stettino e Breslavia nonché Danzica e il suo territorio. Tra il luglio e l’ottobre del 1946, i rappresentanti dei 21 paesi si riunirono a Parigi per stipulare le condizioni di pace che furono firmate nel febbraio del 1947. L'Italia dovette cedere l'Istria e parte della Venezia Giulia alla Iugoslavia; l'Austria e la Cecoslovacchia riottennero l'indipendenza. La Germania, privata di una buona parte dei territori sul confine orientale (Prussia orientale, Pomerania e Slesia, cedute alla Polonia), venne divisa in due repubbliche, la Repubblica Federale Tedesca e la Repubblica Democratica Tedesca, mentre Berlino risultò a sua volta divisa fra gli ex alleati in quattro settori. Da Yalta in poi fino 1989 assistiamo al capitolo di storia, a noi contemporaneo, chiamato guerra fredda. Il primo avvenimento della "guerra fredda" fu la dichiarazione del presidente degli Stati Uniti Truman (marzo 1947), nella quale egli si impegnava a sostenere militarmente e finanziariamente i governi minacciati dal comunismo (dottrina Truman di "contenimento del comunismo"). La politica enunciata da Truman non si prefiggeva l'obiettivo di intervenire negli Stati dell'Europa centro- orientale presidiati dall'esercito sovietico, ma di impedire l'espansione del comunismo negli altri paesi. Alle parole Truman fece seguire subito i fatti chiedendo al Congresso la concessione di aiuti militari ed economici alla Grecia, dal 1946 teatro di una sanguinosa guerra civile tra le forze monarchiche al governo e i comunisti, e alla Turchia, considerata troppo esposta alla pressione sovietica. Con il lancio del piano Marshall (giugno 1947) la politica americana di "contenimento del comunismo" si dispiegò in Europa. Così chiamato dal nome del segretario di Stato americano che lo promosse, il piano consisteva in un'offerta di aiuti economici per oltre 13 miliardi di dollari da parte degli USA ai paesi europei devastai dalla guerra al fine di agevolarne la ricostruzione. In linea di principio non erano esclusi neppure l'URSS e i paesi dell'Europa centro-orientale passati sotto la sua sfera di influenza. L'obiettivo dell'iniziativa statunitense, che aveva certamente anche contenuti umanitari, era anzitutto economico e politico. Infatti, mediante il risanamento delle economie europee, gli Stati Uniti puntavano ad assicurarsi un vasto mercato per i propri prodotti, oltre che rimuovere le cause di un disagio popolare che avrebbe potuto allargare l'area del consenso sociale alla propaganda anticapitalista dei partiti comunisti. Nello stesso Washington esercitò forti pressioni perché i comunisti fossero estromessi dai governi di coalizione, formati da tutti i partiti antifascisti, che si erano costituiti in alcuni paesi dell'Europa occidentale fra cui l'Italia. Il piano Marshall fu adottato da 16 Stati europei compresi l'Italia. Esso fu invece rifiutato dall'URSS che lo denunciò come manovra imperialistica, costringendo ad allinearsi alle sue decisioni i paesi dell'Europa centro-orientale rientranti nella propria orbita, comprese la Cecoslovacchia e la Polonia che in un primo tempo lo avevano accettato. In risposta alla dottrina Truman e al piano Marshall, Stalin, nel settembre del 1947, promosse la costituzione del Cominform (abbreviazione di Ufficio d'informazione dei partiti comunisti) cui aderirono i partiti comunisti di Unione Sovietica, Bulgaria, Cecoslovacchia, Iugoslavia, Polonia, Romania, Ungheria, e quelli italiano e francese, che costituivano i due maggiori partiti comunisti dell'Europa occidentale. Il Cominform sostituiva in qualche modo il Comintern, sciolto nel 1943, sebbene avesse obiettivi più limitati. Esso, infatti, mirava a coordinare la politica dei partiti comunisti europei e non a porsi alla guida del movimento comunista mondiale, come invece si era proposto il Comintern. La formazione di un compatto blocco socialista comprendente l'Unione Sovietica e i paesi europei centro-orientali divenne da allora un obiettivo strategico di grande importanza per Mosca, che nel gennaio del 1949 promosse la costituzione del Comecon (Consiglio di mutua assistenza economica). Compito di questo organismo, al quale aderirono Unione Sovietica, Bulgaria, Cecoslovacchia, Polonia, Romania, Ungheria (i membri fondatori) e Albania, era di rendere omogenee le economie pianificate degli Stati associati. Intanto anche l'Unione Sovietica entrava in possesso della bomba atomica, divenendo a pieno titolo un a superpotenza. Il blocco socialista venne chiamato anche "blocco orientale" (o "blocco dell'Est"). La Germania fu il principale terreno di scontro della "guerra fredda" tra Est e Ovest. La sua posizione centrale in Europa ne faceva un paese di grande importanza strategica per entrambi i blocchi rivali. Tra marzo e giugno 1948 Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia decidevano di unificare economicamente i territori tedeschi da loro occupati e di dotarli di una moneta unica (il marco occidentale). L'iniziatica mirava a gettare le basi per la creazione di un futuro Stato tedesco occidentale. Stalin reagì accusando americani, britannici e francesi di non rispettare gli accordi di Potsdam riguardo all'amministrazione alleata della Germania, data l'unilateralità della loro azione, e impose il blocco di ogni via terrestre di accesso a Berlino Ovest. La città si trovò così privata della possibilità di ricevere i rifornimenti che le erano necessari dai territori della Germania occidentale. Con il blocco del settore occidentale di Berlino iniziava per 2 milioni di berlinesi e per le truppe anglo-franco-americane di stanza nella città un lungo assedio. La tensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica sembrava inevitabilmente destinate a crescere fino al punto di rottura; i primi, tuttavia, anziché forzare il blocco con un'azione che li avrebbe portati a un rischioso contatto con le truppe sovietiche, per approvvigionare Berlino Ovest organizzarono un imponente ponte aereo. I sovietici evitarono di intercettare gli aerei americani, ben sapendo che a loro volta gli Stati Uniti avrebbero reagito militarmente, e dopo circa un anno tolsero il blocco alla città (maggio 1949). In Italia nel 1948 fu promulgata la Costituzione Italiana da Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947, entrò in vigore il 1° gennaio 1948. Si compone di 129 articoli e 18 disposizioni transitorie e finali. Il 2 giugno del 1946 gli italiani, per la prima volta a suffragio universale, furono chiamati alle urne e votarono per scegliere fra monarchia e repubblica e per eleggere i deputati all’Assemblea Costituente.

 

La repubblica ottenne il 54,3% dei voti e la monarchia il 45,7%. Per costituzione s’intende l’insieme delle norme fondamentali di un ordinamento giuridico, cioè le regole che disciplinano i tratti essenziali dell’organizzazione dello Stato e le relazioni fra questo e i cittadini.

 

Costituzione scritta (vedi differenza fra costituzione formale e costituzione materiale)

Fonte del diritto in quanto è un atto a contenuto normativo

I principi fondamentali sono:

Il principio di eguaglianza

I diritti inviolabili della persona

I doveri inderogabili

Il principio di eguaglianza. L’art. 3 stabilendo che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione e di condizioni personali e sociali pone il principio dell’uguaglianza formale dei cittadini. Tale principio va inteso che tutti i cittadini sono uguali sia davanti alla legge che nella legge. Davanti alla legge nel senso che nessuno può ergersi al di sopra della legge, col divieto di eccezioni collegate a differenze di dignità sociale. L’uguaglianza nella legge, invece, pone un vincolo al legislatore vietandogli di emanare leggi che contengano discriminazioni fondate su qualificazioni personali quali sesso, razza, lingua, religioni, opinioni politiche, condizioni personali e sociali. Tale principio resterebbe però una pura enunciazione teorica se non fosse integrato dal tentativo di creare le condizioni di uguaglianza sostanziale. Per queste ragioni il secondo comma dell’art. 3 assegna allo stato il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che di fatto limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini. I diritti inviolabili della persona. L’art. 2 stabilisce, nella prima parte, che l Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dei cittadini, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità. Il rispetto di tali diritti si richiama alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo votata nel 1948 dalle Nazioni Unite. Tali diritti sono indisponibili, intrasmissibili e imprescrittibili. Possono essere limitati solo in sede costituzionale o direttamente dalla stessa norma che li pone in essere (le organizzazioni sindacali debbono presentare un ordinamento interno a base democratica). I doveri inderogabili. L’art. 2 accanto ai diritti inviolabili, richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Tali doveri sono contenuti nell’art. 52: dovere di difendere la patria;

art. 53 dovere di concorrere alle spese in ragione della capacità contributiva;

art. 54 dovere di fedeltà alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi.

Il dovere di difendere la patria è stato oggetto di contestazione da parte degli obiettori di coscienza: le eccezioni da essi contestate sono state accolte dalla Corte Costituzionale che ha sottolineato come il dovere di difendere la patria può essere sostituito attraverso prestazioni di adeguati comportamenti di impegno sociale e non armato. La legge 8 luglio 1998 n. 230 ha introdotto un servizio civile sostitutivo degli obblighi di leva. La regolamentazione dei rapporti civili:

La libertà personale

La libertà di domicilio

La libertà e segretezza della corrispondenza

La libertà di circolazione e soggiorno

La libertà di riunione

La libertà di associazione

La libertà di fede religiosa

La libertà di pensiero e di comunicazione

La libertà personale. La libertà personale non è solo da intendersi come libertà fisica, ma anche come libertà morale e quindi come libertà di pensiero e della psiche dell’individuo. L’art. 23 stabilisce che la libertà personale è inviolabile e nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge.

Caratteri: indisponibile – intrasferibile – irrinunciabile – imprescrittibile

 

Riserva di legge che consiste nell’attribuire in via esclusiva al potere legislativo della competenza a disciplinare la materia relativa ai casi ed alle modalità in cui si può legittimamente limitare la libertà personale dell’individuo. Riserva all’autorità giudiziaria della competenza all’emanazione dei provvedimenti restrittivi della libertà personale. Obbligo della motivazione che deve accompagnare ogni provvedimento che limiti la libertà personale. La libertà di domicilio. L’art. 14 sancisce l’inviolabilità del domicilio. Il concetto di domicilio va inteso in senso ampio, quindi comprende non solo l’abitazione, ma anche il luogo di lavoro, la dimora occasionale e anche una camera d’albergo. Tale inviolabilità può essere esclusa solo nei modi stabiliti dalla legge per favorire interessi anch’essi costituzionalmente protetti, considerati più importanti (verifiche tributarie, controllare la sicurezza dei luoghi di lavoro ecc.). La libertà e segretezza della corrispondenza. L’art. 15 tutela la libertà e segretezza dell’espressione e della comunicazione. Anche a garanzia di questa libertà la Costituzione ha previsto una riserva di giurisdizione e la sua limitazione può avvenire solo con un atto motivato dell’autorità giudiziaria. La libertà di circolazione e soggiorno. L’art. 16 Cost. afferma "ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sicurezza e sanità". Dal contenuto della norma si evince la presenza del principio della riserva di legge. Tuttavia si tratta di una riserva relativa in quanto limitazioni possono essere poste anche da autorità amministrative (Prefetto, Sindaco) si pensi alla limitazione del traffico nei centri abitati per motivi di sicurezza del traffico cittadino. La libertà di riunione. Art. 17. Il diritto di riunione è sottoposto a determinati limiti: il primo limite è riferito a tutte le riunioni e consiste che esse devono svolgersi in forma pacifica e senza armi il secondo si riferisce alle riunioni pubbliche per le quali deve essere dato preavviso alle autorità di polizia. La libertà di associazione e la libertà di fede religiosa. Sono sancite rispettivamente dagli art. 18 e 19. La libertà di pensiero e di comunicazione.L’art. 21 Cost. garantisce ad ogni soggetto la facoltà di esteriorizzare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione. La manifestazione si distingue dalla comunicazione del pensiero in quanto la prima si rivolge ad una pluralità di soggetti (esempio attraverso un libro), mentre la seconda ad una o più persone determinate (attraverso una lettera, un telegramma). Pur presentando una notevole ampiezza la libertà di manifestazione del pensiero incontra specifici limiti non solo fissati dall’art. 21, ma desumibili anche da altre norme costituzionali e sono:

- La riservatezza e l’onorabilità della persona (diffamazione)

- Il buon costume

Il segreto giudiziario

Il segreto di Stato

La libertà di manifestazione del pensiero viene concretamente esercitata attraverso la stampa, la televisione, la radio, la pubblica affissione, gli spettacoli pubblici, le nuove tecnologie applicate alla comunicazione (Internet). Lo Stato deve redigere un bilancio; vediamo qui i risultati differenziali del bilancio dello Stato:

 

Vediamo ora i concetti di saldo netto da finanziare (o fabbisogno, o deficit) e di debito pubblico. Se le spese finali superano le entrate finali si determina un deficit di bilancio:

 

Tale deficit può essere finanziato in vari modi:

attraverso un aumento delle entrate tributarie (per esempio con un inasprimento fiscale di qualche tributo o con una più intensa lotta all’evasione fiscale) oppure con un aumento delle entrate extratributarie (per esempio con l’incremento del costo di determinate servizi pubblici) oppure con un aumento delle entrate patrimoniali (per esempio con la privatizzazione di qualche impresa pubblica o la dismissione di qualche altra proprietà dello Stato):

attraverso il ricorso all’indebitamento, cioè attraverso l’emissione di titoli pubblici che, se si vuole che vengano acquistati dai cittadini, dovranno essere emessi a un tasso di interesse appetibile da pagare periodicamente ai sottoscrittori; naturalmente nei bilanci degli anni successivi bisognerà mettere in conto tra le spese non solo il pagamento di questi interessi passivi (registrati fra le spese correnti), ma anche il rimborso dei titoli stessi man mano che essi verranno a scadenza; ecco come potrebbe apparire il bilancio dell’anno successivo a quello considerato tenendo conto che le entrate finali e le spese finali non varino:

L’anno successivo tanto per potere finanziare il rimborso dei prestiti pregressi quanto il nuovo deficit di bilancio lo Stato si trova costretto ad emettere una ulteriore quantità di titoli pubblici; inoltre bisogna considerare un aumento delle spese correnti dovuto al pagamento degli interessi passivi che incrementa, a parità di entrate e spese finali, ulteriormente l’emissione di titoli pubblici creando una vera e propria spirale negativa:

 

emissione di titoli pubblici

 

aumento delle spese per interessi passivi

 

ulteriore emissione di titoli pubblici per pagare gli interessi passivi

 

ulteriore aumento delle spese per interessi passivi

solito è riferito 1 gennaio-31 dicembre).

Una volta definite le caratteristiche delle cooperative sociali e delle loro attività, i problemi di identificazione e di applicazione dei principi mutualistici all'interno di queste particolari realtà aziendali, cercheremo ora di esaminare le loro attività attraverso le informazioni contabili, i documenti contabili obbligatori e, in genere, il complessivo sistema informativo. La nostra elaborazione si limiterà al bilancio d'esercizio, individuandone caratteristiche e contenuto informativo in relazione alla particolare condizione di tale tipo di imprese. Come è noto con la nozione di bilancio d'esercizio si intende definire l'insieme di diversi documenti contabili e non, logicamente interconnessi. In particolare il sistema-bilancio è composto da tre documenti contabili: lo stato patrimoniale, il conto economico e la nota integrativa. Il primo documento è chiamato ad individuare la composizione quali/quantitativa del patrimonio aziendale al termine del periodo; il secondo è fatto per dimostrare quale sia e come si sia formato il risultato economico dell'esercizio svolto nel medesimo periodo di riferimento; il terzo, infine, riveste un ruolo principalmente descrittivo/informativo ed aiuta ad interpretare gli altri due. Le informazioni contenute nel bilancio sono inoltre spiegate e commentate, negli esiti finanziari, patrimoniali ed economici - passati, presenti e futuri - dalla relazione sulla gestione (art. 2428 c.c.). L'altro documento che con la relazione sulla gestione correda il bilancio è la relazione dei sindaci (art. 2429 c.c.).Nella redazione del bilancio d'esercizio l'estensore deve rispettare alcuni obbligatori "principi di stesura-redazione" volti ad assicurare l'effettiva rispondenza dello stesso agli scopi che la legge impone al documento, cioè la "corretta e veritiera rappresentazione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell'impresa" (art. 2423 c.c.). Il concetto di rappresentazione veritiera e corretta costituisce l'elemento ispiratore di tutta la normativa relativa al bilancio d'esercizio, tant'è che la legge prevede di fornire tutte le informazioni complementari necessarie per definire esaustivamente il quadro della situazione della cooperativa. Questa disposizione acquista un significato particolare nelle cooperative sociali dove lo scopo principale è quello dell'interesse generale della comunità, difficilmente rintracciabile attraverso la lettura dei dati contabili derivati dal bilancio di esercizio redatto in senso stretto.
L'art. 2423, comma 4 c.c. prevede espressamente la possibilità di derogare le disposizioni che sono incompatibili con la rappresentazione veritiera e corretta, motivando la deroga nella nota integrativa. L’art. 2423-bis c.c. fissa, infine, i principi generali ai quali attenersi nella redazione del bilancio. Il bilancio d'esercizio si deve redigere annualmente all'epoca indicata dallo statuto della società. Lo scopo principale di questo bilancio è la determinazione del reddito sia dell'utile o della perdita netta della gestione, nonché del capitale di funzionamento
Scopi del bilancio d'esercizio sono anche la rappresentazione degli elementi attivi e passivi che compongono il patrimonio sociale, il raffronto fra il flusso dei Costi e dei ricavi, i risultati lordi attribuiti alle varie gestioni (margine operativo lordo, costo della produzione, valore della produzione etc.) e le conseguenti proposte relative alla ripartizione dell'utile netto o alla copertura della perdita.
Generalmente il bilancio di esercizio si riferisce all'anno solare.
Il bilancio annuale viene presentato all'assemblea ordinaria dei soci per l’approvazione e per tutte le deliberazioni relative entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale. L’atto costitutivo può stabilire un termine maggiore, non superiore in ogni caso a sei mesi, quando particolari esigenze lo richiedano (art. 2364 c.c.).Entro trenta giorni dall'approvazione una copia del bilancio, corredata della relazione sulla gestione, dalla relazione dei sindaci e dal verbale di approvazione dell’assemblea deve essere, a cura degli amministratori, depositata presso l'Ufficio del Registro delle imprese (tramite gli sportelli della locale Camera di Commercio utilizzando il mod. B) o spedita al medesimo ufficio a mezzo lettera raccomandata. Il bilancio viene trasmesso, entro un mese dalla sua approvazione, all'ufficio distrettuale delle imposte dirette quale allegato alla dichiarazione dei redditi agli effetti dell'IRPEG. Le cooperative iscritte nel Registro Prefettizio devono inoltre trasmettere all’ufficio cooperative della Prefettura una copia del bilancio annuale, entro sette mesi dalla chiusura dell'esercizio sociale.

Stato patrimoniale e rendiconto reddituale Le norme per la compilazione del bilancio di esercizio sono indicate in parte dal codice civile e dalle leggi tributarie e, soprattutto, dai principi ragionieristici
Secondo l'art. 2424 c.c. lo stato patrimoniale deve essere redatto in conformità al seguente schema:
ATTIVO

Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti, con separata indicazione della parte già richiamata
B) Immobilizzazioni:
I - Immobilizzazioni immateriali:
1) costi di impianto e di ampliamento;
2) costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità;
3) diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell'ingegno;
4) concessioni, licenze, marchi e diritti simili;
5) avviamento;
6) immobilizzazioni in corso e acconti;
7) altre.
TotaIe
II - Immobilizzazioni materiali:
1) terreni e fabbricati;
2) impianti e macchinario;
3) attrezzature industriali e commerciali;
4) altri beni;
5) immobilizzazioni in corso e acconti.
Totale
III - Immobilizzazioni finanziarie, con separata indicazione, per ciascuna voce dei crediti, degli importi esigibili entro l'esercizio successivo:
1) partecipazioni in:
a) imprese controllate;
b) imprese collegate;
c) altre imprese;
2) crediti:
a) verso imprese controllate;
b) verso imprese collegate;
c) verso controllanti;
d) verso altri;
3) altri titoli;
4) azioni proprie, con indicazione anche del valore nominale complessivo.
Totale
Totale immobilizzazioni (B)
C) Attivo circolante:
I - Rimanenze:
1) materie prime, sussidiarie e di consumo;
2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati;
3) lavori in corso su ordinazione;
4) prodotti finiti e merci;
5) acconti.
Totale
II - Crediti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l'esercizio successivo:
1) verso clienti;
2) verso imprese controllate;
3) verso imprese collegate;
4) verso controllanti;
5) verso altri.
Totale
III - Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni:
1) partecipazioni in imprese controllate;
2) partecipazioni in imprese collegate;
3) altre partecipazioni;
4) azioni proprie, con indicazione anche del valore nominale complessivo;
5) altri titoli.
Totale
IV - Disponibilità liquide: 1) depositi bancari e postali;
2) assegni;
3) denaro e valori in cassa
Totale
Totale attivo circolante (C). D) Ratei e risconti, con separata indicazione deL disagio su prestiti
PASSIVO
A) Patrimonio netto:
I -Capitale
II - Riserva da sopraprezzo delle azioni
III - Riserve da rivalutazione
IV - Riserva legale
V - Riserva per azioni proprie in portafoglio
VI - Riserve statutarie
VII - Altre riserve, distintamente indicate
VIII - Utili (perdite) portati a nuovo
IX - Utile (perdita) dell'esercizio
Totale
B) Fondi per rischi e oneri:
1) per trattamento di quiescenza e obblighi simili;
2) per imposte;
3) altri.
Totale
C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato
D) Debiti, con separata indicazione. per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l'esercizio successivo:
1) obbligazioni;
2) obbligazioni convertibili;
3) debiti verso banche;
4) debiti verso altri finanziatori;
5) acconti;
6) debiti verso fornitori;
7) debiti rappresentati da titoli di credito;
8) debiti verso imprese controllate;
9) debiti verso imprese collegate;
10) debiti verso controllanti;
11) debiti tributari;
12) debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale;
13) altri debiti.
Totale
E) Ratei e risconti, con separata indicazione dell'agio su prestiti
Lo schema previsto dall'art. 2425 c.c. per il conto economico è il seguente:
A) Valore della produzione:
1) ricavi delle vendite e delle prestazioni;
2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti;
3) variazioni dei lavori in corso su ordinazione;
4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni;
5) altri ricavi e proventi con separata indicazione dei contributi in conto esercizio.
Totale
B) Costi della produzione:
6) per materie prime sussidiarie, di consumo e di merci;
7) per servizi;
8) per godimento di beni di terzi;
9) per il personale:
a) salari e stipendi,
b) oneri sociali,
c) trattamento di fine rapporto,
d) trattamento di quiescenza e simili,
e) altri costi;
10) ammortamento e svalutazioni:
a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali,
b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali,
c) altre svalutazioni delle immobilizzazioni,
d) svalutazioni dei crediti compresi nell'attivo circolante e delle disponibilità liquide;
11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci;
12) accantonamenti per rischi;
13) altri accantonamenti;
14) oneri diversi di gestione.
Totale
Differenza tra valore e costi della produzione (A-B)
C) Proventi e oneri finanziari:
15) proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli relativi ad imprese controllate e collegate;
16) altri proventi finanziari:
a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate e di quelli da controllanti,
b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni,
c) da titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni,
d) proventi diversi dai precedenti, con separata indicazione di quelli da imprese e collegate e di quelli da controllanti;
17) interessi e altri oneri finanziari, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate e verso controllanti.
Totale (15+16-17) D) Rettifiche di valore di attività finanziarie: 18) rivalutazioni:
a) di partecipazioni,
b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni,
c) di titoli iscritti all'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni;
19) svalutazioni:
a) di partecipazione,
b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni,
c) di titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni
Totale delle rettifiche (18-19). E) Proventi e oneri straordinari:
20) proventi, con separata indicazione delle plusvalenze da alienazioni i cui ricavi non sono iscrivibili al n. 5);
21) oneri, con separata indicazione delle minusvalenze da alienazioni, ( i cui effetti contabili non sono iscrivibili al n. 14), e delle imposte relative a esercizi precedenti.
Totale delle partite straordinarie (20-21). Risultato prima delle imposte (A+B+C+D+E);
22) imposte sul reddito dell'esercizio;
23) risultato dell'esercizio.

In base all'art. 2427 la nota integrativa deve indicare, oltre a quanto stabilito da altre disposizioni:
1) i criteri applicati nella valutazione delle voci del bilancio, nelle rettifiche di valore e nella conversione dei valori non espressi all'origine in moneta avente corso legale nello Stato;
2) i movimenti delle immobilizzazioni, specificando per ciascuna voce: il costo, le precedenti rivalutazioni, ammortamenti e svalutazioni; le acquisizioni, gli spostamenti da una ad altra voce, le alienazioni avvenuti nell'esercizio; le rivalutazioni, gli ammortamenti e le svalutazioni effettuati nell'esercizio; il totale delle rivalutazioni riguardanti le immobilizzazioni esistenti alla chiusura dell'esercizio;
3) la composizione delle voci "costi di impianto e di ampliamento" e "costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità", nonché le ragioni dell'iscrizione e i rispettivi criteri di ammortamento; 4) le variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci dell'attivo e del passivo; in particolare, per i fondi e il trattamento di fine rapporto, le utilizzazioni e gli accantonamenti; 5) l'elenco delle partecipazioni, possedute direttamente o per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, in imprese controllate e collegate, indicando per ciascuna la denominazione, la sede, il capitale, l'importo del patrimonio netto, l'utile o la perdita dell'ultimo esercizio, la quota posseduta e il valore attribuito in bilancio o il corrispondente credito;
6) distintamente per ciascuna voce, l'ammontare dei crediti e dei debiti di durata residua superiore a cinque anni, e dei debiti assistiti da garanzie reali su beni sociali, con specifica indicazione della natura delle garanzie;
7) la composizione delle voci "ratei e risconti attivi" e "ratei e risconti passivi" e della voce "altri fondi" dello stato patrimoniale, quando il loro ammontare sia apprezzabile, nonché la composizione della voce "altre riserve"; 8) l'ammontare degli oneri finanziari imputati nell'esercizio ai valori iscritti nell'attivo dello stato patrimoniale, distintamente per ogni voce;
9) gli impegni non risultanti dallo stato patrimoniale; le notizie sulla composizione e natura di tali impegni e dei conti d'ordine, la cui conoscenza sia utile per valutare la situazione patrimoniale e finanziaria della società, specificando quelli relativi a imprese controllate, collegate, controllanti e a imprese sottoposte al controllo di queste ultime;
10) se significativa, la ripartizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni secondo categorie di attività e secondo aree geografiche;
11) l'ammontare dei proventi da partecipazioni, indicati nell'art. 2425, n. 15), diversi dai dividendi;
12) la suddivisione degli interessi e altri oneri finanziari, indicati nell'art. 2425, n.17, relativi a prestiti obbligazionari, a debiti verso banche, e altri;
13) la composizione delle voci "proventi straordinari" e "oneri straordinari" del conto economico, quando il loro ammontare sia apprezzabile; 14) i motivi delle rettifiche di valore e degli accantonamenti eseguiti esclusivamente in applicazione di norme tributarie ed i relativi importi, appositamente evidenziati rispetto all'ammontare complessivo delle rettifiche e degli accantonamenti risultanti dalle apposite voci del conto economico;
15) il numero medio dei dipendenti, ripartito per categoria;
16) l'ammontare dei compensi spettanti agli amministratori e ai sindaci cumulativamente per ciascuna categoria;
17) il numero e il valore nominale di ciascuna categoria di azioni della società e il numero e il valore nominale delle nuove azioni della società sottoscritte durante l'esercizio;
18) le azioni di godimento, le obbligazioni convertibili in azioni e i titoli o valori simili emessi dalla società, specificando il loro numero e i diritti che essi attribuiscono.
La nota integrativa costituisce parte integrante e inscindibile del bilancio d'esercizio, parte sostanziale e non semplice allegato. Il suo compito è quello di fornire informazioni integrative allo stato patrimoniale e al conto economico e contribuire all’agevole comprensione dei dati di bilancio. Un elemento molto importante nella nota integrativa è rappresentato dai prospetti di dettaglio, che forniscono ulteriori elementi di analisi per l'interpretazione della gestione aziendale.
Il bilancio deve essere corredato da una relazione degli amministratori sulla situazione della società e sull'andamento della gestione, nel suo complesso e nei vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso imprese controllate, con particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti (art. 2428 c.c.).
Dalla relazione devono in ogni caso risultare: 1) le attività di ricerca e di sviluppo; 2) i rapporti con imprese controllate, collegate, controllanti e imprese sottoposte al controllo di queste ultime; 3) il numero e il valore nominale delle azioni o quote di società controllanti dalla società, anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona per l'indicazione della parte di capitale corrispondente; dei corrispettivi e dei motivi degli acquisti e delle alienazione; 4) il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di società controllanti acquistate o alienate dalla società, nel corso dell'esercizio, anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, con l'indicazione della corrispondente parte del capitale, dei corrispettivi e dei motivi degli acquisti e delle alienazioni;
5) i fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell'esercizio; 6) l'evoluzione prevedibile della gestione. La relazione sulla gestione non costituisce, diversamente dalla nota integrativa, parte integrante del bilancio ma suo allegato. La relazione deve fornire una esauriente e completa informazione sulla situazione e sull'andamento patrimoniale, finanziario ed economico della società.
L'art. 2 della legge 59/92 prevede un ulteriore obbligo informativo per gli amministratori e i sindaci delle cooperative; essi devono, nelle previste relazioni allegate al bilancio, i primi rendere ragione del carattere mutualistico della cooperativa e i secondi sindacare su tali informazioni.
Infatti la norma prevede che nelle società cooperative:
- la relazione degli amministratori deve indicare specificamente i criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento degli scopi statutari, in conformità con il carattere solidaristico della società;
- sull'argomento il collegio sindacale, nella relazione all'assemblea, deve specificamente riferire su quanto indicato, esercitando il suo ruolo di controllo degli amministratori a favore dei soci e dei terzi.
Evidentemente nelle cooperative sociali questo obbligo informativo, aggiuntivo per le cooperative rispetto alle società di capitale, non dovrà riguardare unicamente i rapporti intercorrenti tra soci e cooperative nascenti dallo scambio mutualistico con gli utilizzatori del servizio (scambio per altro reso più flebile per effetto della finalizzazione precipua delle cooperative oggetto del nostro rapporto) quanto piuttosto le decisioni, le risultanze e gli esiti, economici e non, della gestione solidaristica/mutualistica messa in atto; gestione questa esplicitante palesemente gli scopi statutari imposti a tale particolare tipo di cooperativa. Per gran parte delle cooperative il legislatore ha previsto la possibilità di redigere il bilancio in una forma più semplice, rispetto a quella normale che abbiamo sopra indicato, quando, nel primo esercizio o, successivamente, per due esercizi consecutivi non abbiano superato due dei seguenti limiti:
a) totale dell'attivo dello stato patrimoniale: 4.700 milioni di lire;
b) ricavi delle vendite e delle prestazioni: 9.500 milioni di lire;
c) dipendenti occupati in media durante l'esercizio: 50 unità.
La facilitazione consiste in una semplificazione delle voci dello stato patrimoniale e nella omissione di alcune indicazioni previste nella nota integrativa (art. 2435-bis c.c.) La cooperativa può altresì omettere la compilazione della relazione sulla gestione indicando, nella nota integrativa, i criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento degli scopi statutari (Min. Lavoro nota 24 febbraio 1995, n. 1102/F24). Si riporta lo schema di stato patrimoniale semplificato:

 

ATTIVO

 

A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti
B) Immobilizzazioni: I - Immateriali II - Materiali III - Finanziarie C) Attivo circolante: I - Rimanenze II - Crediti (con separata indicazione degli importi esigibili oltre l'esercizio successivo) III - Attività finanziarie IV - Disponibilità liquide D) Ratei e risconti (con separata indicazione del disagio su prestiti)

 

PASSIVO

A) Patrimonio netto: I - Capitale II - Riserva da sopraprezzo delle azioni III - Riserve di rivalutazione IV - Riserva legale V - Riserva per azioni proprie in portafoglio (questa voce non riguarda le S.r.l.) VI - Riserve statutarie VII - Altre riserve distintamente indicate VIII - Utile (perdita) dell'esercizio

 

B) Fondi per rischi e oneri

 

C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato

 

D) Debiti (con separata indicazione degli importi esigibili oltre l'esercizio successivo) E) Ratei e risconti (con separata indicazione dell'agio su prestiti)
La nota integrativa dovrà contenere le seguenti indicazioni:

1) I criteri applicati nella valutazione delle voci del bilancio, nelle rettifiche di valore e nella conversione dei valori non espressi all'origine in moneta avente corso legale nello Stato.

2) Le variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci dell'attivo e del passivo; in particolare, per i fondi e per il trattamento di fine rapporto, le utilizzazioni e gli accantonamenti.

3) L’elenco delle partecipazioni, possedute direttamente o per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, in imprese controllate e collegate, indicando per ciascuna la denominazione, la sede, il capitale, l'importo del patrimonio netto, l'utile o la perdita dell’ultimo esercizio, la quota posseduta ed il valore attribuito in bilancio o il corrispondente credito.

4) L’ammontare dei debiti e dei crediti di durata residua superiore a 5 anni e i debiti con garanzie reali su beni sociali.

5) L’ammontare degli oneri finanziari imputati nell'esercizio ai valori iscritti nell'attivo dello stato patrimoniale, distintamente per ogni voce.

6) Se significativa, la ripartizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni, secondo categorie di attività e secondo aree geografiche.

7) L’ammontare dei proventi da partecipazioni, (indicati nell'art. 2425, n. 5), diversi dai dividendi. 8) Le azioni di godimento, le obbligazioni convertibili in azioni e i titoli o valori simili emessi dalla società, specificando il loro numero e i diritti che essi attribuiscono. La parte relativa all'informativa obbligatoria, così come riferita alla generalità delle società, non esaurisce le finalità informative di rendicontazione di una società cooperativa sociale. La gestione si sviluppa, per caratteristica stessa di questo particolare tipo di società, seguendo una linea che potremmo definire di doppio binario, dove un tracciato è costituito dall’area tipicamente aziendale, l'altro dalle finalità solidaristiche che stanno alla base della scelta della formula della cooperativa sociale, cosi come sancito dall'art. 1 della legge 381/91.Per poter presidiare efficacemente questo doppio vettore di obiettivi, la cooperativa sociale necessita quindi che entrambi questi binari corrano in modo uniforme e parallelo verso le finalità sociali; in termini informativi e di controllo questo significa che l'impresa cooperativa sociale si dovrà dotare di un sistema informativo unitario e coerente con le proprie finalità, operando rilevazioni, riepiloghi, verifiche e correttivi che riguardino entrambi questi aspetti. Queste osservazioni di carattere generale trovano peraltro un puntuale riscontro nel quadro normativo. Esso è formato dalle disposizioni contenute negli arti. 2423 e 2428 c.c., nell'art. 2 della legge 59/92 e nell'art. 1 della legge 381/91. Li riportiamo in sequenza per poterli meglio analizzare in forma combinata. La programmazione Lineare discende dal metodo di analisi sviluppato da Leontief nel 1920 e sopratutto dalle opere di Dantzig che nel 1947 ne illustrò il metodo di soluzione noto come il metodo del simplesso. La Programmazione Lineare (LP), ramo della Ricerca Operativa (RO), risale alla II Guerra Mondiale durante la quale i paesi-alleati affrontarono con metodo scientifico problemi legati ad operazioni militari. Nell'immediato dopoguerra le tecniche della RO e della Programmazione Lineare hanno trovato una rapida diffusione per la soluzione di problemi di natura civile ed industriale. Per un economista la Programmazione Lineare è una tecnica per ripartire un numero di risorse limitate , per un matematico essa costituisce un metodo di massimizzazione o di minimizzazione di una funzione lineare soggetta a dei vincoli lineari.
Un semplice esempio Si supponga di dover risolvere o di ricercare la soluzione al seguente problema. Una piccola azienda di mangimi per animali
intende produrre un preparato zootecnico miscelando tra loro diversi mangimi di comune commercio indicati come A, B, C e aventi le
caratteristiche come da tabella a fianco .

 

 

caratteristiche dei mangimi ABC (acquistati in commercio)

mangimi -->

A

B

C

calorie /kg. 1200 1500 2500
% di grassi .5 .8 1.5
% di zuccheri 0.05 0.06 0.04
costo /kg. 1.300 2.050 4.000
tabella delle caratteristiche nutritive (richieste per ogni kg. di miscela)
1) calorie /kg. almeno 1800
2) % grassi almeno il .97%
3) % zuccheri non sup.al .08%


L'impostazione matematica La funzione-obiettivo da risolvere è quella indicata qui sotto . Si tratta di minimizzare il costo del prodotto ottenuto dalla miscelazione dei tre mangimi A, B e C acquistati in commercio. Le quantità percentuali di xA, xB e xC verranno invece determinate con la soluzione delle altre equazioni di vincolo anch'esse riportate nella sottostante tabella.

 

equazioni di vincolo della miscela

 

calorie

1200xA + 1500xB + 2500xC >= 1800

%_grassi

.5xA + .8xB + 1.5xC >= .97

%_zuccheri

.05xA + .06xB + .04xC <= .08

%_totale

xA + xB + xC = 1

 

 

In sintesi si tratta di ricercare i valori di xA, xB e xC (tali da garantire : (1) le calorie richieste, (2) la % di grassi, (3) la % di zuccheri) -di ogni kg. di miscela- ; ma ad un costo che risulti il più basso fra tutti quelli possibili .
Il metodo di soluzione detto metodo del simplesso permette di ottenere quanto richiesto . Vi sono in commercio (o prelevabili dal WEB sia freeware che shareware) appositi programmi per PC che risolvono questo tipo di problemi e molti altri più o meno complessi.
Per impostare le equazioni (più sopra definite) e ottenere la soluzione ottimale cioè i valori di : xA, xB e xC si è utilizzato il programma "LINDO". Riportiamo qui sotto l'impostazione e la soluzione del modello matematico cosi come è stata ottenuta e stampata dal programma LINDO:

 

----------------impostazione del modello-----------------

! esempio di miscelazione economica di un mangime per animali .

MIN      1300xA + 2050xB + 4000xC
ST
calorie)  1200xA + 1500xB + 2500xC >= 1800
%_grassi)    .5xA +   .8xB +  1.5xC >= .97
%_zucch.)   .05xA +  .06xB +  0.4xC <= .08
%_tot.)      xA +     xB +     xC  = 1
END

----------------------soluzione--------------------------

Linear Programming (LP) problema di miscelazione
LP OPTIMUM FOUND AT STEP  3
OBJECTIVE FUNCTION VALUE  2561,667

VARIABLE       VALUE	  REDUCED COST
xA     0.444444      0.000000
xB     0.122222      0.000000
xC     0.433333      0.000000
ROW     SLACK OR SURPLUS     DUAL PRICES
Calorie)     0.000000         -0.666667
%_Grassi)     0.000000      -1833.333374
%_Zucch.)     0.033111          0.000000
%_Tot.)     0.000000        416.666656

n° ITERATIONS =  3
Sostituendo nelle equazioni i valori ottenuti di   xA,  xB,  e  xC
Si potrà verificare che i vincoli di calorie, % di grassi e di zuccheri
saranno rispettati .
Pertanto si misceleranno (x ogni 100 kg. di miscela) :

kg. 44,5 del mangime A (arrotondato)
kg. 12,2 del mangime B
kg. 43,3 del mangime C

Il costo al Kg. di questa miscela sarà di Lit. 2.562 (arrotondato)
che è il minimo tra tutti i costi (con quei vincoli) !

Un fabbricante di mangimi che adottasse la formulazione suggerita potrà
Essere più concorrenziale degli altri produttori potendo garantire  ai 

propri clienti tutte le caratteristiche richieste (a quel prezzo) .

 


Tutta l’opera di Montale è incentrata su di una riflessione sull’uomo contemporaneo, sul progresso : sulla concezione del male di vivere dell’uomo e sulla denuncia che nessun progresso esiste per il dolore umano. Montale è una delle massime voci della poesia mondiale di questo secolo, insignito del premio Nobel nel 1975. La sua lunghissima carriera di poeta, scrittore, critico letterario e giornalista è da anni oggetto di attenti studi che hanno prodotto una sterminata bibliografia; ciò perché egli ha saputo dare un'originalissima interpretazione alle inquietudini dell'uomo contemporaneo. Allo stesso tempo, la sua influenza sui poeti italiani successivi è stata immensa e capillare. La prima raccolta, intitolata Ossi di Seppia, esce nel 1925. Essa dà già la misura delle possibilità del giovane poeta e mostra la sua distanza da altri grandi poeti italiani, come Ungaretti, di poco più vecchi di lui. Tema centrale delle poesie di Ossi di seppia (titolo quanto mai allusivo di cose diverse: gli ossi di seppia è un termine dannunziano presente in Alcyone che significa gusci vuoti, morti, che il mare riporta a riva; come nuvole di inchiostro che le seppie emettono per difendersi; come oggetti da incastrare nelle voliere perché gli uccelli vi affilino il becco) è il male di vivere, la coscienza della sconfitta dell'uomo irrimediabilmente prigioniero di un mondo di cui gli sfuggono le premesse e le conseguenze. E' l'angoscia, dunque, che spinge Montale a scrivere. L'angoscia e la coscienza dell'inutilità di ogni battaglia; ciò che, d'altra parte, non gli fa assumere un atteggiamento pietistico e rassegnato. La certezza della sconfitta non presuppone l'abbandono della speranza, che anzi sopravvive e si fa più evidente nel versi dedicati al mare, laddove questo è visto come termine positivo, come autentica lezione di vita. Montale usa la tecnica del correlativo oggettivo, ripresa da Thomas Eliot, che diceva se il poeta deve esprimere un’emozione adopera un oggetto che dia la medesima impressione.

Vita= come dice in Meriggiare pallido e assorto "seguitare una muraglia"

Male di vivere= come dice nella poesia Spesso il male di vivere "era il rivo strozzato che gorgoglia, l'incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato".

Se non è possibile trovare una risposta all'inutilità del vivere, allora è necessario conservare almeno l'aspirazione a che questo possa un giorno avvenire. Che può offrire all'uomo, allora, la poesia? Qualche storta sillaba e secca come un ramo, dice Montale. Non certo risposte, né tantomeno certezze. Tutt'al più la coscienza di ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. La poesia ha valore in quanto documento di un male di vivere dalle proporzioni cosmiche. Da queste premesse scaturiscono le scelte e le intuizioni tecniche del poeta; il quale, rifuggendo ovviamente da uno stile alto e aulico, abbandona allo stesso modo l'ermetismo di Ungaretti, fatto di versi spezzati e parole accostate per il loro valore analogico. Il linguaggio di Montale mira a una "naturalistica precisione", fa uso di tecnicismi o anche termini dialettali; il tono è discorsivo, e lascia spazio a descrizioni paesaggistiche che colgono l'ambiente ligure nella sua asprezza. Con ciò egli intende trovare una rappresentazione simbolica al dato oggettivo, ossia riuscire a evocare un'emozione attraverso la precisa descrizione di fatti e oggetti del mondo reale (come, ad esempio, nei famosi versi di Meriggiare pallido e assorto: E andando nel sole che abbaglia / sentire con triste meraviglia / com'è tutta la vita e il suo travaglio / in questo seguitare una muraglia / che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia). I Limoni esprimono la polemica contro i poeti laureati, nel rifiuto di ogni aulicità. Nel libro subito evidente è la volontà di staccarsi dalla precedente tradizione accademica, carica di toni retorici, per affermare invece una poesia di timbro familiare e dialogico, rivolta ad un interlocutore-lettore vicinissime.

 

Ascoltami, i poeti laureati

si muovono soltanto fra le piante

dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.

Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi

fossi dove in pozzanghere

mezzo seccate agguantano i ragazzi

qualche sparuta anguilla:

le viuzze che seguono i ciglioni,

discendono tra i ciuffi delle canne

e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli

si spengono inghiottite dall’azzurro:

piú chiaro si ascolta il susurro

dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,

e i sensi di quest'odore

che non sa staccarsi da terra

e piove in petto una dolcezza inquieta.

Qui delle divertite passioni

per miracolo tace la guerra,

qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza

ed é l'odore dei limoni.

 

Questi versi sono capovolti nella ricerca di una verità, di una dimensione umana nuova che penetri il segreto delle cose e liberi l'individuo dall'oppressione e dal soffocamento che lo minacciano nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase, dove l’uomo è soffocato dal progresso che non gli permette di vivere la sua condizione naturale.

 

Vedi, in questi silenzi in cui le cose

s'abbandonano e sembrano vicine

a tradire il loro ultimo segreto,

talora ci si aspetta

di scoprire uno sbaglio di Natura,

il punto morto del mondo, l' anello che non tiene,

il filo da disbrogliare che finalmente ci metta

nel mezzo di una veritá

Lo sguardo fruga d'intorno,

la mente indaga accorda disunisce

nel profumo che dilaga

quando il giorno piú languisce.

Sono i silenzi in cui si vede

in ogni ombra umana che si allontana

qualche disturbata Divinitá

Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo

nelle cittá rumorose dove l'azzurro si mostra

soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.

La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta

il tedio dell' inverno sulle case,

la luce si fa avara - amara l'anima.

Quando un giorno da un malchiuso portone

tra gli alberi di una corte

ci si mostrano i gialli dei limoni;

e il gelo del cuore si sfa,

e in petto ci scrosciano

le loro canzoni

le trombe d'oro della solaritá.

 

 

In Non chiederci la parola vi è affermata una fede nel negativo, una proposizione di teologia negativa: l'essere dell'uomo può essere colto nel suo non essere, la parola parla solo per negare i contenuti della vita e della storia. Ma è una negatività dialettica, tesa al positivo, valida in quanto strumento di lavoro volto a sgombrare il campo dalle retoriche consolatorie. Non è una negatività assoluta. nichilista: è anzi relativizzata da quell'"oggi" che mantiene aperta la possibilità di soluzioni positive per il domani. Comunque è una testimonianza della crisi spirituale dell'uomo moderno. quasi sospeso sul vuoto e preso da vertigine per l'assenza di un centro , di un fondamento solido su cui edificare la vita, di un senso trascendente. La strofa centrale, che interrompe col suo tono esclamativo la, perentorietà imperativa delle altre due, mette a fuoco la posizione umana antitetica alla propria: se per un verso il poeta prova un moto d'invidia per quella certezza, per quella pace con sé e comunione con gli altri. Stigmatizza la miopia e la superficialità di chi programmaticamente fa i conti con l'intima precarietà della condizione umana.

 

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato

l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco

lo dichiari e risplenda come un croco

perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,

agli altri ed a se stesso amico,

e l'ombra sua non cura che la canicola

stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,

si' qualche storta sillaba e secca come un ramo.

Codesto solo oggi possiamo dirti,

cio' che non siamo, cio' che non vogliamo.

 

"L'accordo con la ruota della negazione" (Fortini), la coscienza del nulla che è l'uomo - nella sua dimensione esistenziale prima che storica - di fronte a un mondo di fatti e cose incomprensibili: sono queste le costanti, introdotte come abbiamo visto con Ossi di seppia, della poesia montaliana, che si ritrovano anche nella seconda raccolta, Le occasioni, pubblicata nel 1939. Già dal titolo questa nuova fatica permette di intuire le novità introdotte da Montale: le occasioni sono le situazioni contingenti dalle quali scatta la memoria di persone, incontri, eventi della vita passata. Dalla contemplazione dell'aspro paesaggio ligure, dunque, si passa al recupero di un vissuto personale tramite il quale le poesie si popolano di ricordi di viaggi o di volti talvolta immaginari. Ciò, tuttavia, non sposta di molto il pessimismo del poeta. Egli si sente il prodotto, l'effetto di una serie di occasioni assolutamente incontrollabili e caotiche, alle quali non è possibile dare nessuna spiegazione. L'irruzione del ricordo nella poesia provoca uno spostamento del linguaggio e dello stile in senso più ermetico; il rifiuto di ogni abbandono sentimentale e lirico, tanto più presente in quanto il poeta attinge ora alla propria storia personale, lo porta infatti nel chiuso cerchio di un'esperienza tutta ermetica. La memoria, non è recuperabile come per Ungaretti, ma il passato sfugge nella rimembranza. In Non recidere forbice quel volto, c’è la presa di coscienza dell’irrecuperabilità della memoria. Durante gli anni della seconda guerra mondiale Montale compone i versi raccolti ne La bufera, ove l'eco del conflitto, qui, arriva a malapena; sembra che gli orrori e le morti non possano incidere in nulla su un pessimismo esistenziale già portato alle sue estreme conseguenze. Ciò non ha mancato di deludere quanti si attendevano dal poeta un impegno civile decisamente più vistoso, dato che durante la dittatura la sua poesia era stata considerata da molti una via di scampo ai trionfalistici e retorici strombazzamenti del regime. Ma Montale non abbandona il suo cammino solitario e si arrocca anzi su posizioni, se possibile, ancora più negative nelle quali fanno però capolino accenni nuovi; soprattutto l'ironia, probabilmente legata alla sua età. Col distacco di un vecchio, infatti, Montale può ora cedere il passo ai toni sarcastici con cui stigmatizza la moderna società, imbevuta di falsi miti e chiacchiere inutili. La sua lezione morale, dunque, resta sino alla fine lucida e coerente: da un mondo di ombre e parvenze, immaginiamo, il poeta si accomiata senza rimpianto. In Piccolo Testamento ci dice che la sua vita non è stata influenzata né da fede religiosa né politica "lume di chiesa o d'officina che alimenti chierico rosso, o nero" e che la sua "fede che fu più combattuta, d'una speranza che brucio' più lenta di un duro ceppo nel focolare (…): "l'orgoglio non era fuga, l'umiltà non era vile, il tenue bagliore strofinato laggiù non era quello di un fiammifero." Montale porta avanti una demistificazione ironica della teologia, della letteratura e della storia. Per il poeta genovese la storia non è maestra di nulla. Nel Discorso che tenne durante il Premio Nobel nel 1975: "Ritengo che anche domani - scrive Montale - le voci più importanti saranno quelle degli artisti che faranno sentire, attraverso la loro voce di isolato, un'eco del fatale isolamento di ognuno di noi. In questo senso, solo gli isolati parlano, solo gli isolati comunicano; gli altri - gli uomini delle comunicazioni di massa - ripetono, fanno eco, volgarizzano le parole dei poeti, che oggi non sono parole di fede, ma potranno forse tornare ad esserlo un giorno". Egli distinse fra due tipi di poesia: quella consumistica che vive nel contingente e nell’effimero ed è acustica e visiva (al pantografo e al megafono) e quella che nasce, essendo quasi ignorata, che rimarrà, perché ha imbalsamato un’epoca.

 

 

 

La crisi di Berlino aveva mostrato che negli Stati Uniti né l'Unione Sovietica volevano oltrepassare quei limiti oltre i quali si sarebbe scatenata una terza guerra mondiale, sebbene al contempo non intendessero rinunciare ai propri obiettivi. Conseguenza immediata della crisi di Berlino fu la spaccatura ufficiale della Germania in due Stati autonomi. L'inasprimento del confronto con l'Unione Sovietica venne infatti politicamente utilizzato dagli Stati Uniti per Accelerare l'integrazione della Germania dell'Ovest nel blocco occidentale. Nacque così, il 23 maggio 1949, la Repubblica Federale Tedesca (RFT), che subito venne a beneficiare del piano Marshall. La risposta dell'Unione Sovietica alla creazione della Repubblica Federale nei territori della Germania occidentale non si fece attendere. Il 7 ottobre 1949 nella Germania orientale sotto occupazione sovietica si costituì la Repubblica Democratica Tedesca(RDT). La divisione della Germania in due Stati si ripercosse sulla città di Berlino, che venne a trovarsi in una condizione giuridico-politica anomala. Il suo status di città sotto amministrazione quadripartita rimase in vigore; Berlino Ovest divenne però un Land (entità amministrativa) della Repubblica Federale, mentre Berlino Est fu incorporata nella Repubblica Democratica, divenendone la capitale. Sotto l'egemonia degli Stati Uniti si formò il cosiddetto "blocco occidentale". Venne così stipulati il Patto Atlantico (4 aprile 1949), che istituì la NATO (North Atlantic Treaty Organization), , un organismo politico-militare creato con lo scopo precipuo di difendere i paesi appartenenti all'area dell'Atlantico settentrionale. L'istituzione della Nato fu una conseguenza della crescente tensione generata in Europa dall'azione di forza con cui i comunisti, facendo leva sulla presenza dell'Armata rossa sul territorio, si erano impadroniti di tutti i poteri (febbraio 1948) in Cecoslovacchia. Il "colpo di Praga", come furono chiamati in Occidente i fatti cecoslovacchi, era stato giudicato dai governi occidentali come la prova inconfutabile della volontà dell'URSS di imporre con la forza il proprio dominio non appena ciò le fosse stato possibile e della pericolosità dei partiti comunisti a essa legati. Fu in questo clima politico che nel marzo del 1948, Francia, Gran Bretagna, Belgio, Olanda e Lussemburgo stipularono a Bruxelles un patto di assistenza, dall'implicito contenuto antisovietico, contro un'eventuale aggressione. In un secondo tempo agli Stati firmatari del patto di Bruxelles si aggiunsero gli Stati Uniti e diversi altri paesi. Nasceva così il Patto Atlantico, la cui costituzione fu siglata a Washinghton. Vi aderivano Stati Uniti, Canada, Francia, Gran Bretagna, Italia, Danimarca, Norvegia, Islanda, Portogallo, Belgio, Olanda e Lussemburgo, cui si aggiunsero nel 1952 Grecia e Turchia (la Spagna si assocerà soltanto nel 1982). Tutti i paesi membri dell'alleanza atlantica si impegnavano al reciproco aiuto in caso di aggressione. Il patto aveva dunque un carattere prettamente difensivo.

 

 

 

 

Il muro di Berlino, costruito nel 1961 è solo il simbolo più vistoso e più crudele di una realtà che diventa presto quotidianità. Il crollo del socialismo nell'est dell'Europa nel 1989 sorprende un po' tutti: nessuno aveva previsto uno sviluppo così rapido e travolgente. La riunificazione, ieri ancora un sogno irrealizzabile, all'improvviso è diventata possibile, ma ancora una volta la velocità con cui arriva, travolge tutti, anche quei politici, che dopo reclameranno la sua paternità.

La Germania è oggi la più grande potenza economica in Europa e, dopo gli Stati Uniti e il Giappone, la terza nel mondo. I problemi posti dall'unificazione delle due Germanie nel 1990 e le sconvolgenti trasformazioni in atto nelle regioni dell'ex RDT, con il passaggio in tempi accelerati da un'economia pianificata di tipo socialista a una libera economia di mercato, non consentono ancora di dare un quadro unitario dell'economia tedesca. Le differenze tra est e ovest sono ancora enormi: i quarant'anni di divisione e le conseguenze della riunificazione stessa, che per l'economia dell'est erano spesso distruttive, hanno creato dei dislivelli e delle differenze che non sono facilmente colmabili. .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Germania confina con la Danimarca a Nord, con i Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Francia ad Ovest, la Svizzera ed l’Austria a Sud, la Repubblica Ceca e la Polonia ad Est. Monti principali: Zugspitze 2962 m, Hochwanner 2746 m. I fiumi principali sono : il Reno 865 Km (tratto tedesco, totale 1320 Km), l’Elba 700 Km (tratto tedesco, totale 1165 Km), il Danubio 647 Km (tratto tedesco, totale 2858 Km), il Meno 524 Km I laghi principali sono il Lago di Costanza 305 Km² (parte tedesca, totale 571 Km²), il lago di Müritz 110 Km², il lago di Chiemsee 80 Km².
Le isole principali sono tutte nel Mar del Nord : Rügen 930 Km², Usedom 373 Km² (parte tedesca, totale 445 Km²), Fehmarn 185 Km², Isole Frisoni Orientali e Settentrionali (Sylt 99 Km², Föhr 83 Km²) Il clima della Germania è continentale nel centro-sud e atlantico nel Nord. La Germania ha una superficie di 357.021 Km². Ha 82.163.500 di abitanti e una delle più alte densità d’Europa: 230 ab/Km². La forma di governo è quella di repubblica federale parlamentare. La capitale è Berlino (3.315.000 ab.). altre città importanti sono: Amburgo 1.600.000 ab. (2.200.000 aggl. urbano), Monaco 1.200.000 ab. (2.000.000 aggl. urbano), Colonia 927.000 ab. (2.985.000 aggl. urbano), Essen 623.000 ab. (6.480.000 aggl. urbano), Francoforte sul Meno 618.000 ab. (3.605.000 aggl. urbano), Dortmund 583.000 ab., Stoccarda 564.000 ab., Düsseldorf 552.000 ab. (3.030.000 aggl. urbano), Lipsia 545.000 ab., Dresda 518.000 ab. I Gruppi etnici sono vari; oltre che ai Tedeschi che sono il 91%, vi sono minoranze come: Turchi 2,5%, Jugoslavi 1%, Italiani 1%, altri 4,5%. La Lingua ufficiale è il Tedesco (ufficiale), e il Danese. La religione presenta il culto cristiano, ma diviso in due diverse confessioni : la cattolica che rappresenta il 33% della popolazione per lo più il Sud, e la protestante che si stima intorno al 35%. Ci sono minoranze mussulmane. La Moneta è il Marco tedesco. La Germania è lo stato più ricco d’Europa a livello economico.