TRADUZIONE di Les très riches heures:

“Le ore ricchissime “

 

 

 

LEI.- Immagini?

LUI.- Certo che immagino

LEI.- Che cosa immagini? Il cielo sopra le tegole, il mare blu come l’olio?

LUI.- Immagino.

LEI.- Non immagini neppure. Appena aprivo le imposte della mia camera, il mattino, ricordavo. Mi dicevo : quanta fortuna hai. Te ne rendi conto ? Esistono cento mila luoghi per il mondo, miliardi di combinazioni fra esseri umani, e tu sei nata precisamente là ad Ajaccio.

Come Napoleone.

LUI.- Tanto di cappello.

LEI.- Dio è forte lo stesso.

Bisogna che mi ami.

LUI.- Bisogna.

Sono nato

LEI.- Non è la stessa cosa. Non hai conosciuto le festività del quindici agosto, le campane della cattedrale che battono a tutto suono, i musicisti della banda vestiti da soldati della vecchia guardia (napoleonica).

LUI.- Lo so : tutti vestiti di bianco, con una cravatta verde color speranza, che facevano volteggiare la tromba prima di suonare, sempre con lo stesso comportamento, falsi ma non più di quanto basti, appoggiandola poi, con la bandiera contro la coscia, mentre sfilavano al suono dei soli tamburi, sono nato   

LEI.- Ammettiamo. E sia. Ma il ballo, non hai idea di ciò che era il ballo : le donne eleganti in abiti lunghi, con la cintura tirata su sotto i seni, con il tirabaci sulla fronte, gli uomini da marescialli dell’impero, con la mano infilata nel gilet, e mio padre e mia madre, splendidamente belli, che ballavano sulle acque illuminate del golfo di Ajaccio. 

LUI.- Camminando in braccio l’uno dell’altro su una stradina di campagna, in riva all’Atlantico, l’indomani della guerra- sono nato

LEI.- Si?

LUI.- A Random.

LEI.- Ah!

LUI.- Random, Loira Inferiore.

LEI.- Avevo sentito. Semplicemente m’interrogavo. Come si può nascere, non so io, a Parigi, a Saint-Dié o Timbuctù?

Ci sono persone su cui il destino s’accanisce.

LUI.- Eppure vivono.

LEI.- E’ ingiusto, certo, ma è vero che non possono esserci imperatori per tutto il mondo, non possono nascerne a tutti gli angoli della strada.

LUI.- Da questo punto di vista, ce la caveremmo piuttosto bene.  

LEI.- Riguardo agli angoli di strada ?

LUI.- Riguardo ai benefattori dell’umanità.

 

LEI.- Bene? Mi stupisci. Il re dei re? La stella del mattino? Il principe delle tenebre?

LUI.- Un santo.

LEI.- Di moda in Bretagna ?

LUI.- Un accertato, del calendario : Vittore[1]. Un eremita che visse nel VI° secolo.

LEI.- Dopo Gesù Cristo?

LUI.- Si; prima, i cristiani si fanno abbastanza discreti.

LEI.- Un santo. Non è un’idiota. Dio pensa a tutto. E perfino agli altri, ai privi. Con quale asso . Il suo luogo si può dire che non l’abbia rubato.

Che cura, quello?

LUI.- Le febbre. Ma Vittore è un santo generico. E’ indispensabile alla campagna. Bisogna poter far fronte a tutte le situazioni : gravidanze difficili, fortissimo mal di denti, lussazioni, cattivi raccolti, Vichinghi, che saccheggiarono e incendiarono Random,

LEI.- Barbareschi, malaria, carestia, vendetta : a ciascuno le proprie miserie. Tuttavia, non confondiamo. A parte l’essersi fatto un nome - cosa che talvolta basta,  nessuno lo può testimoniare meglio di me – Vittore non ha lasciato un gran ricordo. Non è paragonabile in niente.

LUI.- Amiamo la tranquillità. Lasciamo in pace il topo

LEI.- No, non il topo

LUI.- godere in pace. Quando i boschi fremono sotto il vento non abbiamo paura.

LEI.- Che significa, mio intrepido?

LUI.- Che non cerchiamo per forza di brillare né che si parli di noi.

LEI.- E voi ci riuscite?

LUI.- Julien Chateau5, per esempio.

LEI.- In realtà, un successo : ad Ajaccio, non lo conosciamo. E a quale sole di Austerlitz si illumina questo signore?

LUI.- Alla patata.

Che riporta a un pellegrinaggio a Roma nel 1725.

LEI.- Dopo?

LUI.- Si; prima, Roma non era nata.

PER IL RESTO DELLA TRADUZIONE RIVOLGERSI AL  TRADUTTORE STESSO MASSIMILIANO BADIALI