SENECA E SAN PAOLO

 

prof. Massimiliano BadialI

 

SALVEZZA CRISTIANA E SALUS PAGANA: SAN PAOLO SALVATO DA SENECA

 

Se è certo che Seneca e San Paolo avessero letto opere l’uno dell’altro, poiché il filosofo mostra di conoscere le lettere del Santo e di apprezzarne le idee morali e la dottrina e San Paolo riconosce agli stoici, di cui Seneca era filosofo, la coerenza morale e la correttezza etica, si dibatte ancora se l’epistolario apocrifo tra Seneca e San Paolo sia pura invenzione apocrifa o sia testimonianza di un probabile scambio di lettere tra due grandi del passato. Alla base di questo interrogativo è lecito chiedersi se l’Apostolo delle genti e il potente ministro neroniano si siano realmente conosciuti? San Paolo e Seneca, come testimoniato, vissero negli stessi anni,  e per un periodo entrambi a Roma, quando Paolo, dopo essere stato imprigionato a Gerusalemme, arrivò nella primavera del 61. La sua prigionia romana durò due anni (Atti 28:30). Nella Civitas era molto influente la figura di Seneca, che aveva accompagnato l'ascesa al trono del giovane Nerone e lo guidava durante il cosiddetto periodo di buon governo, ispirato a principi di equilibrio e di conciliazione fra i poteri del principe e del senato.  E’ dunque impensabile che il filosofo non abbia conosciuto né dialogato con San Paolo in questi due anni della di lui prigionia. Inoltre chi conosce a fondo la personalità e le opere di Seneca, non può non ipotizzare che fu Seneca a permettere l’assoluzione di Paolo, basandosi sui principi della tolleranza e pietas religiosa.

Dopo il 63, San Paolo non era certamente sotto la custodia di Nerone, poiché l’anno seguente avvenne l'incendio di Roma e iniziò la prima persecuzione contro i cristiani. Paolo sarebbe stato una delle prime vittime se non fosse stato già in libertà e fuori di Roma grazie all’intervento salvifico e la mediazione di Lucio Anneo Seneca. Questo intervento audace in difesa di Paolo concorse sicuramente a far sì che Seneca perdesse la sua influenza di consigliere politico e deteriorasse il suo rapporto con Nerone, costringendolo a lasciare la vita politica e a ritirarsi a vita privata, dedicandosi agli studi.

Veritiero o meno, l’Epistolario è testimonianza dello scambio privato di lettere fra il filosofo e il santo, esempio del confronto e del dialogo fra lo stoicismo romano e la  predicazione cristiana del I secolo a.c. L’Epistolario tra Seneca e Paolo non dovrebbe dunque essere opera di un falsario scrittore apocrifo, ma il dialogo scritturale tra due anime affini che combatterono in prima linea per la pace e la tolleranza interculturale.