UMANESIMO
- « Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia / Chi vuol esser
lieto sia: del doman non c'è certezza »: questo il noto ritornello de Il trionfo di
Bacco e Arianna di Lorenzo il Magnifico. «Il trionfo » è tra le pagine più note della
nostra letteratura ed è un inno, non privo di un certo tono malinconico, alla giovinezza
che fugge troppo rapidamente. C'è la consapevolezza della fugacità delle gioie terrene e
perciò l'invito ad esser lieti in quell'età breve che il Magnifico canta. Così il
tripudio e I' allegria sono velate da una lieve ombra di malinconia: la vita bella,
soprattutto nel periodo giovanile, ma, purtroppo, frutto di una gioia che non dura. E il
tono malinconico è rivelato, di uno straordinario amore per la terra, secondo il gusto
umainstico-rinascimentale. Lungi dalla concezione medioevale per cui si guardava alle
gioie celesti trascurando quelle terrene e umane, il Quattrocento ritorna a guardare con
interesse alla terra e ad avere fiducia nelle proprie forze, con una conseguente
esaltazione delle virtù umane, della fortuna e della gloria. C'è un rinnovato ottimismo,
pur avendo coscienza dei limiti dell'individuo. L'inno è di gioia, dunque; grande è
l'esaltazione delle capacità umane: ma un velo di tristezza avvolge il tono. Gli umanisti
si dedicano alledonismo e alla gioia della vita, che non è solo mera ricerca di
piacere, ma coscienza della fugacità della vita. Questo ideale di compiacimento e
godimento della vita terrena è anticipato anche da Boccaccio.
- La
vita nellUmanesimo cambia : il cittadino, diventa suddito, perchèil comune si
espande in signoria, e chi abita in città è nobile o cortigiano. Nasce infatti la corte,
dove il Signore diventa un Mecenate, ciò colui che commissiona opere dencomio verso
sé e la sua stirpe. Lo stesso Magnifico fu Mecenate, oltre che essere poeta. Nel Trionfo
si evidenzia linfluenza della letteratura classica, che è dagli umanisti rivalutata
e studiata, tramite la nascita delle accademie, a cui tutti comparteciparono e della
filologia, di cui molti ne furono studiosi. Lo stesso spirito e le stesse forme de « Il
trionfo » si ritrovano, ad esempio, nel Corinto del Magnifico e in La Giostra del
Magnifico Giuliano di poliziano : giardini splendente della più bella fioritura
primaverile, muse, divinità e fiori, che costituiscono il fulcro tematico dei temi
umanistici. Anche il mondo che circonda la ninfa amata da Iulio in La Giostra evidenzia la
sua bellezza : la ninfa è cosi delicata e rara e il profumo prezioso che da essa emana inebria e lo esalta lamato. Invaghito di
lei, Iulio la insegue per conquistarla e per godere a fondo del suo fulgore tanto intenso.
La bellezza può creare dolore : ritorna il tema della caducità della bellezza e il
malinconico invito del poeta a cogliere il meglio dellamore.
- Più
accentuatamente, infine, il sentimento malinconico, della fugacità della bellezza tanto
amata, si ritrova nella Favola d'Orfeo, in cui il Poliziano celebra il mito di Orfeo ed
Euridice.
- L'amore
e la giovinezza, infondono desiderio di pace e di serenità, la malinconia dei ricordi e
la consapevolezza del tempo che fugge sono gli elementi che ricorrono con insistenza nelle
opere del Poliziano e del Magnifico e in tanti altri autori del periodo umanistico. Motivi
che con straordinaria grazia ed eccezionale raffinatezza, si riallacciano alla tradizione
classica mitologica e bucolica di Virgilio e soprattutto di Catullo.
- Il
Magnifico non si limita alla scrittura di opere di ispirazione classica, ma abbraccia
anche il realismo comico del Pulci : la Nencia da Barberino è unopera comica e
ironica dellamor cortese, come i Canti Carnescialeschi sono dimpronta
totalmente popolare. Diverso è il Poliziano dal Magnifico, che conserva in ogni opera linflusso
classico :ç il tema che interessa più Poliziano è il rapporto fra uomo e natura, mentre
al Magnifico interessa quello fra morte e vita, fra dolore e piacere. Firenze conosce
attraverso loro il massimo splendore, attraverso il magnifico che accoglie eccletticamente
e riunisce arti come la musica, la pittura e la poesia, che presso la sua corte
fioriscono, fornendo il più grande esempio di cultura e sviluppo dellEuropa del
400.
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